Blackout in Spagna, gente allo sbando e clima da ‘Day after’. E nessuno lo sa spiegare
Un misterioso gigantesco blackout ha colpito l’intera Spagna lunedì, poco dopo le 12.30, con effetti anche nel vicino Portogallo e in parte della Francia. Oggi l’elettricità è stata ripristinata in quasi il 90% della Spagna continentale, come annunciato stamattina dal gestore della rete, Ree.
Ma cosa è successo alle linee elettriche spagnole? Nessuno lo sa e per ora si viaggia nelle ipotesi. Alcune anche molto fantasiose, come congiunture astrali, influssi elettromagnetici dei pianeti, altre più concrete come attacchi di hacker, minacce terroristiche. Fatto sta che nessuna di esse viene scartata al momento.
“Non è mai accaduta la scomparsa improvvisa di 15 gigawatt di potenza in un periodo così breve, che ha provocato una caduta allo zero del sistema elettrico” nella penisola iberica. Lo ha spiegato il presidente del governo spagnolo Pedro Sanchez nel nuovo aggiornamento sulla situazione alla rete elettrica, che è stata ripristinata al 50%.
Sanchez ha confermato che gli “specialisti” continuano a indagare le cause “ancora da determinare” ed ha ribadito che non si “esclude nessuna ipotesi, nessuna possibilità” sull’origine di una situazione “che non ha precedenti”.
Il premier ha segnalato che “l’obiettivo è ripristinare tutti i servizi” elettrici sul territorio iberico grazie a “tre leve: le connessioni con la Francia e il Marocco”, Paesi che ha nuovamente ringraziato per l’aiuto all’approvvigionamento di elettricità. Le centrali elettriche di ciclo combinato e quelle idroelettriche, tornate in funzione.
Intanto, però, non si può trascurare che almeno otto regioni spagnole – Andalusia, Comunità di Madrid, Castiglia-La Mancia, Estremadura, Galizia, La Rioja, Murcia e Comunità Valenziana – hanno stabilito il livello 3 di Protezione Civile, con la dichiarazione di emergenza di interesse nazionale perché l’esecutivo centrale coordini la risposta, ha confermato il premier. E’ stato chiesto ai lavoratori dei servizi non essenziali di dare priorità alla sicurezza e, in caso di problemi per raggiungere i posti di lavoro, di restare in casa, se hanno ricevuto istruzioni in tal senso.
Nel ringraziare il lavoro dei sanitari, funzionari, militari e associazioni mobilitate per l’emergenza, Pedro Sanchez ha assicurato che “dal primo momento sono state mobilitate tutte le risorse” e che il Consiglio dei ministri approverà domani un decreto per “liberare tre giorni di riserve strategiche di prodotti petroliferi”, anche se non ci sono segnali di mancanza di rifornimento nei distributori di benzina.
Quello che è certo è che il blackout ha fatto precipitare la Spagna in un clima da “Day after”, dove la gente allo sbando non sapeva come regolarsi.
I treni sono rimasti bloccati con le persone a bordo e conseguente paralisi dei trasporti ferroviari. Lo ha segnalato il ministro per i Trasporti e la Mobilità sostenibile, Oscar Puente, in un messaggio su X, in cui ha informato che durante la giornata sono stati evacuati e messi in sicurezza i passeggeri di 115 dei 125 convogli che sono rimasti bloccati sui binari in varie parti del Paese a causa della caduta dell’alta tensione.
E poi semafori spenti per le strade, metro bloccata, voli e treni a terra, gente intrappolata negli ascensori, superlavoro di pompieri e polizia, agenti schierati per strada per aiutare il traffico e le centinaia di turisti in attesa in stazione e all’aeroporto. I supermercati chiusi con gli addetti a sorvegliare le porte per prevenire saccheggi.
Alle 12.32, anche Valencia cade. Si spegne improvvisamente da un momento all’altro, come il resto della Spagna. Ovunque disagi, smarrimento e anche qualche isolata protesta per un’emergenza alla quale la gente non è preparata. Il primo segnale è il cellulare che improvvisamente non prende più, poi gli allarmi che suonano in lontananza, quindi la rete che cade definitivamente. Non funzionano più i pos per le carte di credito, i bancomat.
Alla fine, quando calano le prime luci della sera, la rete continua a zoppicare, viene per pochi minuti e va via per interi quarti d’ora. Per strada c’è chi passeggia con una strana sensazione di estraniamento, cercando compulsivamente nel proprio telefono un filo di rete. Diversi turisti chiedono ai pochi locali aperti come raggiungere il proprio hotel: qualcosa che accadeva nei tempi passati, quando non esistevano i gps sui cellulari.
Così tutti si sono chiesti, per un giorno, come si possa sopravvivere senza luce, e senza il web.
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