Bisfenolo A negli imballaggi alimentari: arriva il divieto dall’UE
La notizia era attesa e prevista: la sostanza, troppo pericolosa per il nostro organismo, dovrà scomparire dal mercato alimentare nell’arco di un anno e mezzo.
Era una comunicazione già prevista quella che arriva in questi giorni dalla Commissione europea: l’utilizzo del bisfenolo A è stato ufficialmente vietato per la realizzazione di prodotti a contatto con gli alimenti. Se ne parla da parecchio. Nel 2023 l’UE aveva annunciato la sua intenzione di bandire la sostanza con entrata in vigore delle nuove norme da quest’anno e in effetti, lo scorso giugno, gli Stati membri sono stati interrogati sulla questione. Approvata la proposta, la notizia diventa ufficiale e le tempistiche di attuazione anticipate sembra verranno rispettate.
Il divieto definitivo
Se siete nuovi all’argomento, giusto una breve definizione: il bisfenolo A (per gli amici BPA) è una sostanza organica di sintesi ampiamente utilizzata per la produzione di resine e plastiche, anche e specialmente per uso alimentare. Il problema sta nei suoi potenziali effetti nocivi sulla salute umana evidenziati, nel corso degli anni, da diversi studi (in primis dell’EFSA, l’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare).
Il BPA, dichiarano varie ricerche (comprese quelle dell’EFSA), è pericoloso per il nostro organismo, in particolare per il sistema immunitario. Per questo la soglia di assunzione giornaliera tollerabile (DGT) era già stata notevolmente ridotta. L’innalzamento dell’asticella, però, non è stato sufficiente e per questo si è passati alla “definitiva” eliminazione della sostanza.
Virgolettiamo definitiva perché Bruxelles concederà eccezioni limitate, soprattutto in un primo momento, nel caso in cui non si dovessero trovare alternative valide e sicure al materiale. Vivremo, in pratica, un periodo di transizione – come spesso avviene in questi casi – e in linea di massima i prodotti già realizzati con BPA dovranno essere gradualmente ritirati dal mercato entro 18 mesi. È il culmine di un processo iniziato parecchi anni fa quando, nel 2011, era stato bandito l’uso della sostanza per la realizzazione dei biberon.
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