Biohazard – Divided We Fall
Un aspetto salta subito all’orecchio ascoltando “Divided We Fall”, il nuovo album dei Biohazard: la band newyorchese sentiva davvero l’urgenza di incidere queste undici tracce. Tredici anni dopo il precedente “Reborn In Defiance”, e di nuovo nella formazione dell’era classica – quella di “Urban Discipline” del 1992, tanto per intenderci – il gruppo torna in carreggiata con una manciata di brani infuocati che sono una vera cannonata.

Nessun lavoro di fino, qui: conta solo l’impatto. I Biohazard mettono in campo muscoli e cuore per dare forma a un disco che sembra riemergere da un’altra epoca, quando hardcore, groove metal e rap si fondevano in un tripudio di violenza sonora pensato per far esplodere il pogo sotto il palco.
Evan Seinfeld e Billy Graziadei appaiono del tutto indifferenti alle mode del momento, e probabilmente non si sono mai lasciati sedurre dalle nuove generazioni di colleghi. “Divided We Fall” è un monumento alla coerenza, firmato da una band che sa esattamente cosa vuole e come ottenerlo. La rotta tracciata dalla micidiale “Fuck The System” (un titolo che è tutto un programma) viene seguita senza deviazioni per trentotto minuti di pura potenza: un disco incendiario, dove la tensione resta costantemente altissima.
L’energia e la rabbia che animano i Biohazard sembrano scaturire proprio dal lungo silenzio discografico, rotto in modo deflagrante da un album che, pur non privo di finezze tecniche e di qualche timida apertura melodica – vedi la conclusiva “Warriors” – lascia il segno soprattutto nei suoi momenti più devastanti. Difficile scegliere gli episodi migliori di un lavoro tanto compatto, ma è impossibile restare indifferenti di fronte a “Eyes On Six”, “Word To The Wise”, “War Inside Me” e “Tear Down The Walls”.
Nel mondo antico dei Biohazard tutto sembra immutabile, eppure è il caos a regnare incontrastato: cori da stadio perversamente orecchiabili, voci cavernose, riff granitici alternati ad assoli taglienti, breakdown spaccaossa e quel ritmo “scapocciante” tipico dell’hardcore.
Se cercate novità o sperimentazioni, meglio guardare altrove. “Divided We Fall” non è soltanto un esempio di cieca fedeltà a un ideale sonoro, ma anche un omaggio a un’epoca del metal troppo spesso snobbata o dimenticata. Solo Nostalgia? Forse. Ma è una nostalgia sincera, proposta con naturalezza e ispirazione.
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