Umbria

Bimbo si sente male a scuola, salvato dalle maestre e dal personale ausilario


Un bambino di na scuola di Città di Castello si è sentito male ieri mentre giocava in giardino. Le maestre e il personale scolastico sono subito intervenute, allertando il 118. Visti i sintomi accusati sul posto è arrivato anche l’elisoccorso Nibbio dalla sede di Foligno per il possibile trasferimento ad un centro specializzato di tipo pediatrico. Trasferimento che non si è reso necessario e una volta stabilizzate le condizioni del piccolo, questi è stato trasportato all’ospedale di Città di Castello per una serie di accertamenti.

Il sindaco Luca Secondi esprime insieme all’assessore ai Servizi Educativi Letizia Guerri la vicinanza della comunità tifernate alla famiglia del bambino vittima di un malore nella mattinata di oggi presso l’asilo Cavour di Città di Castello. “Ci stringiamo in un abbraccio caloroso e forte al piccolo e ai sui genitori, con l’auspicio che tutto si risolva per il meglio”, affermano sindaco e assessore, che alla notizia dell’accaduto si sono subito messi in contatto con la dirigenza scolastica dell’istituto e hanno seguito l’evoluzione della situazione.

“In questa vicenda – puntualizzano Secondi e Guerri – ci sono persone che meritano la riconoscenza e l’ammirazione di tutta la nostra comunità: sono le maestre della scuola, che sono prontamente intervenute nei primi decisivi istanti dopo il malore e, insieme al resto del personale scolastico, hanno attuato con grande professionalità e consapevolezza tutte le misure di intervento previste dai protocolli del primo soccorso. L’amore, la passione e la preparazione di vere educatrici, che sono di esempio per tutti noi, hanno dato prontezza e lucidità a gesti che sono stati determinanti per aiutare il piccolo”.

“Diciamo sinceramente grazie a queste straordinarie persone, che testimoniano quanto sia importante la formazione professionale che si fa nelle scuole del nostro territorio e quanta serietà, dedizione e competenza ci siano in chi si prende ogni giorno la responsabilità di crescere e istruire i nostri bambini e i nostri ragazzi”, sottolineano Secondi e Guerri.


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