Bimbo morto a Brunico, i dubbi della patologa – Cronaca
BOLZANO. I dubbi sui campioni di sangue inviati a Verona, i lividi e gli ematomi presenti su varie parti del corpo e la strana caduta che ne avrebbe cagionato la morte. L’anatomopatologa nominata dalla Procura di Bolzano si è presa ulteriori 30 giorni per sciogliere il giallo attorno al decesso di un bimbo pachistano di 3 anni, che viveva a Brunico.
Il 23 dicembre scorso carabinieri e sanitari erano intervenuti nell’abitazione al civico 29 di via Centrale, in pieno centro storico, per soccorrere il piccolo dopo quella che è stata definita dalla madre «una caduta accidentale». Il bambino è spirato dopo tre giorni di agonia all’ospedale di Bolzano, in circostanze che ad oggi rimangono tutte da chiarire. La donna, l’unica presente in casa quel pomeriggio, resta la sola ufficialmente indagata: l’ipotesi investigativa è quella di un omicidio volontario in presenza di maltrattamenti. Un atto dovuto, l’iscrizione del genitore, anche per permetterle di partecipare all’autopsia. I risultati dell’esame autoptico sarebbero dovuti arrivare entro due mesi dall’accertamento svolto dalla patologa incaricata, in data 30 dicembre. Invece il deposito della lunga relazione stilata dal perito arriverà nelle mani del pubblico ministero, Claudia Maria Andres, tra fine marzo e inizio aprile. Una proroga che sarebbe giustificata dalla complessità del caso.
Il ricovero e i lividi
Dopo l’incidente domestico all’antivigilia di Natale, il piccolo Muhammad aveva perso i sensi. I primi ad intervenire erano stati i carabinieri della stazione locale, quando le condizioni del piccolo erano già apparse estremamente critiche. Trasportato all’ospedale di Brunico, era stato accolto nel reparto di pediatria, ma nel giro di poche ore il quadro sanitario aveva subito un ulteriore peggioramento, tanto che era stato predisposto il trasferimento in elicottero all’ospedale di Bolzano. Ricoverato in Neurochirurgia, i medici bolzanini si sono trovati davanti ad una situazione clinica compromessa. Lividi ed ematomi, soprattutto all’altezza del collo, che la madre avrebbe giustificato agli inquirenti facendo riferimento ai disperati tentativi di rianimare il figlio. Sarebbe stato sottoposto ad una delicata operazione chirurgica, che non è servita per strapparlo alla morte. Muhammad è morto il 26 dicembre. I segni presenti sul corpicino sono stati segnalati dal personale medico alla Procura, che ha subito aperto un’indagine.
I test tossicologici
I risultati dell’autopsia fugheranno ogni dubbio su quegli insoliti lividi, ma la chiave per risolvere il giallo potrebbe risiedere nell’analisi dei campioni di sangue prelevati al bambino. Saranno infatti i test tossicologici a fornire una risposta importante sull’eventuale pista da seguire.
I genitori, cui non è stata applicata alcuna misura cautelare, sarebbero tornati in Pakistan per qualche giorno nel mese di febbraio. Avrebbero incontrato amici e parenti. Poi il ritorno a Brunico, dove lavorano, assieme all’altro figlio piccolo. Spostamenti che sono stati comunicati in tempo reale al pubblico ministero e ai carabinieri.
Sulla morte del bimbo la Procura di Bolzano si era già espressa ufficialmente nel mese di gennaio, sottolineando che «da una prima e superficiale valutazione non sono emersi elementi a conferma dell’ipotesi investigativa (omicidio volontario, ndr), ma non si possono escludere, allo stato, azioni di natura dolosa». Ora si attende lo step decisivo, che inquadrerà l’episodio da una parte o dall’altra.