Piemonte

Bimbo colpito da bomba a Gaza ritrova la vista dopo intervento. Operato all’occhio alle Molinette

Asaad, 8 anni, viene da Gaza e ora sorride. Una esplosione ha distrutto la sua casa, ha portato via la mamma e la sorellina, diverse schegge dell’ordigno lo hanno colpito al volto e lungo il corpo. Lui così piccolo ha dovuto subire l’amputazione della gamba destra, ustioni gravi e la perdita della vista sull’occhio destro.

L’arrivo a Torino

Con questo drammatico fardello è giunto pochi giorni fa a Torino con il padre Yusef che non ha riportato ferite perché si trovava in un’altra casa al momento della deflagrazione e con il fratellino di tre anni che aveva una piccola frattura alla caviglia curata dai medici di Città della Salute. Asaad è arrivato qui grazie alla missione “Food for Gaza”, coordinata tra Regione Piemonte e Ministero degli Esteri, insieme ad altri due bimbi.

Le prime visite

Il dipartimento di patologia e cura del bambino del Regina Margherita diretto dalla professoressa Franca Fagioli, che lo ha accolto, ha permesso di intercettare subito la gravissima problematica oculare e in pochissimo tempo si è deciso di intervenire chirurgicamente per cercare di evitare la perdita completa dell’occhio.

Una sfida chirurgica

Le schegge erano arrivate anche a colpire la porzione centrale della retina posteriore. L’intervento è stato eseguito, alle Molinette, da Michele Reibaldi, direttore dell’Oculistica universitaria della Città della Salute, dove c’è una sala operatoria con un microscopio speciale che ha consentito di eseguire l’intervento. Si è trattato di una “vera sfida chirurgica”, dicono gli esperti, possibile solo grazie all’utilizzo delle tecniche più moderne come la visione 3D, l’utilizzo di lenti intraoculari di ultima generazione.

L’operazione alle Molinette

È stata una vera sfida: un mix di abilità chirurgica, professionalità medica e dedizione. Resa possibile dall’utilizzo delle tecniche più moderne come la visione 3D, l’utilizzo di vitrectomi di piccolo calibro e di lenti intraoculari sutereless di ultima generazione. L’operazione ha coinvolto infatti tutte le strutture oculari. “Si è trattato di una chirurgia ‘pole to pole’ – ha spiegato Reibaldi -. Sono state riparate le ferite alla sclera e alla cornea, ricostruita l’iride, rimossa la cataratta traumatica, inserita una lente intraoculare artificiale ed eseguita una vitrectomia per rimuovere emorragia e corpi estranei nella retina posteriore”.

La nuova vita di Asaad

Ora Asaad sta bene, potrà conservare il suo occhio e la sua vista. “Il sorriso che ci ha regalato il giorno dopo l’intervento, appena gli è stata rimossa la benda, è stata una gioia immensa ed una speranza per il futuro” dice il professor Michele Reibaldi. Per chi lo osserva adesso guardare tutto ciò che lo circonda con curiosità e gioia è difficile immaginare quello che questo piccolo ha passato. Per giorni è rimasto in silenzio, di schiena, senza dire una parola. Quando è stato sbendato Asaad ha sorriso, il primo sorriso dopo tanto tempo, adesso ringrazia per ogni cosa che gli portano: acqua, cibo, dei colori. Lui non chiede nulla, come non lo chiedono il papà e il fratellino. “Ringraziano e basta”, racconta Fagioli.

L’abbraccio col papà

Dopo l’operazione è stato accolto dalle braccia del papà papà e del fratello, ciò che resta della sua famiglia è tutta qui, stretta fra il dolore di una perdita inimmaginabile e la speranza di una vita lontana dal terrore delle bombe. Asaad ha cominciato a fidarsi dei medici, piano piano, per lui erano estranei, ora sono diventati i “supereroi” che gli hanno permesso di continuare a vedere il mondo attorno a lui.

“Un rarissimo caso clinico — precisa il commissario Thomas Schael — Le competenze multidisciplinari dei quattro presidi di Città della Salute saranno quello che contraddistinguerà il futuro Parco della Salute, dove si completeranno in un’unica struttura”. “Abbiamo accolto e assistito fin da subito tre bambini con le rispettive famiglie nell’ambito della missione “Food for Gaza” – aggiunge la professoressa Franca Fagioli – che ha il significato di creare un ponte tra l’ospedale Infantile Regina Margherita e i bambini di Gaza tramite l’intermediazione delle forze diplomatiche e dei sanitari israeliani e palestinesi”.

Per il presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio, e gli assessori alla sanità Federico Riboldi e alla cooperazione internazionale Maurizio Marrone, “ancora una volta l’altissima qualità del Regina Margherita e della Città della Salute e della Scienza e la straordinaria professionalità dei nostri medici e del personale sanitario fanno la differenza nella cura di un bambino.


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