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Biennale Architettura di Venezia, il nostro poker

Architecture is survival, l’architettura è una forma di sopravvivenza, mi ha detto l’archistar (e ingegnere) Carlo Ratti, direttore della 19esima Biennale Architettura, che apre da sabato 10 maggio ed è visitabile fino al 23 novembre negli spazi dell’Arsenale di Venezia, ai Giardini e in tanti palazzi della città. La mostra, intitolata Intelligens. Natural. Artificial. Collective è un vortice di stimoli e riflessioni sul futuro del progetto architettonico, un viaggio che attraversa le sfide climatiche, l’intelligenza artificiale, i materiali innovativi e il pensiero interdisciplinare.

È una Biennale che sorprende per la sua densità e accessibilità. Il merito va al laboratorio collettivo che l’ha resa possibile: 750 partecipanti, non solo architetti, ma anche climatologi, filosofi, programmatori, agricoltori. Ogni installazione è accompagnata da pannelli esplicativi e da «riassunti AI» che condensano il concetto in cinque righe (che comodità!). Un invito a scegliere», ha detto ancora Carlo Ratti, «il proprio ritmo di visita, tra l’immersione totale e la fruizione rapida».

Una delle sale dell'Arsenale courtesy La Biennale di Venezia

Una delle sale dell’Arsenale, courtesy La Biennale di Venezia

Il percorso si apre con la sezione Natural Intelligence, dove si respirano – letteralmente – gli effetti del cambiamento climatico (e nelle sale quasi si soffoca). Tra le esperienze più forti, infatti, c’è un’installazione che simula inondazioni e vortici d’aria calda, firmata da Sonia Seneviratne, David Bresch e la Fondazione Cittadellarte di Michelangelo Pistoletto. Altrove, Patricia Urquiola affronta il tema del declino demografico con The Other Side of the Hill, mentre Kengo Kuma esplora, con l’Università di Tokyo, come l’AI possa trasformare il legno in Living Structure (divertenti i robottini che restaurano il legno). C’è anche spazio per provocazioni tecnologiche: spicca il reattore nucleare raffreddato a piombo liquido di Newcleo, disegnato da Pininfarina e costruito con Fincantieri, ma il culmine poetico arriva nella sezione Out, dove il musicista Jean-Michel Jarre invita i visitatori a chiudere gli occhi e lasciarsi guidare dai suoni.

E fuori dalla mostra principale di Carlo Ratti? L’architettura continua a stupire con i progetti dei padiglioni nazionali (66 in tutto). Ecco i nostri 5 preferiti.


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