Bianca Falcone, primo oro italiano nella scherma per la città di Chieti, si racconta
“Consiglierei a un bambino o una bambina di lasciarsi coinvolgere da questo sport meno popolare di altri, coniugando divertimento e disciplina”. Lo sport è la scherma e a parlare è uno dei prospetti a livello nazionale più interessante. Viene da Chieti, è classe 2008 e si chiama Bianca Falcone, già notissima per i suoi successi conquistati nella sua ancora breve carriera. Bianca Falcone ha già scritto la storia della scherma abruzzese: lo scorso maggio è stata infatti la prima spadista d’Abruzzo a salire sul gradino più alto del podio in una competizione nazionale della sua disciplina. La conquista del campionato nazionale Gold Giovani di Spada femminil: è il primo oro italiano nella scherma per la città di Chieti e anche il primo nella sua carriera. La spadista teatina ha raccontato i ricordi e le emozioni di una gara che sa già di Storia e le aspettative per la stagione in corso, che la vede qualificata di diritto ai Campionati Italiani Under 17, Under 20 e al Campionato Gold Assoluti.
“È stata sicuramente una tappa fondamentale del mio percorso fino ad ora: è stata prima di tutto una grande soddisfazione, mi ha dato delle sicurezze in più e stimolato a migliorarmi. Ricordo molto bene i momenti prima della finale. Mi avevano chiuso in questo spazio dove eravamo solo io e l’armiere. Ricordo lui immobile, poco interessato a tutto la situazione e io che non riuscivo a stare ferma; non era agitazione, ero curiosa di sapere come sarebbe andata a finire. Il mio obiettivo principale adesso è rimanere concentrata e focalizzata per affrontare nella mia miglior condizione entrambe le finali; sono motivata ad esprimermi, in queste gare più che mai, al massimo delle mie potenzialità”.
In questa stagione Falcone ha anche conquistato il bronzo a squadre nella tappa del circuito europeo che si è svolta a Napoli. “Mi è piaciuta molto come esperienza. È stato molto interessante fare squadra con ragazze che solitamente sono mie avversarie e confrontarci con altre squadre non italiane, che giocano quindi una scherma un po’ differente dalla nostra. Cosa rappresenta per me la scherma? Credo che per me rappresenti il modo e il mezzo migliore per esprimersi: quando mi alleno, quando dò il massimo fisicamente oppure quando mi sfogo in gara, urlando, sento esca la parte più autentica di me”.
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