Besnard Lakes – The Besnard Lakes Are The Ghost Nation: Immergersi in un sogno psych-pop :: Le Recensioni di OndaRock
A quattro anni di distanza dall’ottimo “The Besnard Lakes Are the Last of the Great Thunderstorm Warnings“, i coniugi Canadesi Jace Lasek e Olga Goreas sono tornati con un altro lavoro eccellente, il settimo per esattezza.
Il disco prosegue la loro tradizione di costruire immensi muri sonori densi e stratificati realizzati attraverso feedback di chitarre e algidi synth. Tuttavia, rispetto al precedente, che aveva delle atmosfere oscure, qui si respira un’aria più leggera e per certi aspetti ottimistica.
Il sound è sempre focalizzato su un magniloquente amalgama di psych-pop, shoegaze e dream-pop, qui però declinato in chiave più intima e melodica, tanto da richiamare band come i Beach House e soprattutto gli Slowdive per la malinconia eterea presente in molte parti dell’album.
Il tema centrale di “Ghost Nation” è l’assenza, con il tentativo di dare forma a ciò che è immateriale, che sia un ricordo o una semplice idea. I brani si susseguono quasi fossero un unico flusso melodico ininterrotto, mentre i testi, spesso astratti e minimali, agiscono più come evocazioni che come narrazioni, riflettendo la natura onirica della loro musica.
Nel bellissimo brano d’apertura “Calling Ghostly Nations”, lento e introspettivo, dominano un drone di synth non troppo glaciale e un basso pulsante, a creare un velo etereo che lentamente si addensa, con le voci sussurrate di Lasek e Goreas che rendono il tutto particolarmente commovente.
In “Chemin De La Baie” si guadagna in dinamismo e intensità attraverso un groove più sostenuto ma sempre grandioso, con chitarre stratificate che creano un sound fitto e malinconico.
Il primo singolo dell’album è stato “In Hollywood”, caratterizzato da chitarre pesantemente riverberate e da un’andatura ritmica lenta e pesante che conferiscono al pezzo un tono enigmatico e quasi funebre.
“Pontiac Spirits” riflette invece sui ricordi persistenti e i conflitti interiori ed è quello che meglio incarna il loro lato più cosmico ed etereo. E’ un pezzo dalle progressioni armoniche lente che creano un senso di galleggiamento, anche se poi il finale esplode in un tripudio di shoegaze dai risvolti psichedelici.
I brani conclusivi dell’album, “The Clouds Are Casting Shadows From The Sunlight” e “Give Us Our Dominion”, si concentrano sul contrasto tra luce e ombra. Il primo è una ballata dream-pop con un approccio cinematico, mentre la seconda funge da vera e propria catarsi orchestrale. L’intera strumentazione si riunisce per un crescendo maestoso e sinfonico, concludendo l’album con un senso di quiete e solennità.
I Besnard Lakes con “The Besnard Lakes Are The Ghost Nation” dipingono l’ennesimo paesaggio sonoro altisonante e profondamente immersivo. E’ un’opera coesa e intensa, che consolida il duo canadese come uno dei pilastri fondamentali per gli amanti del rock epico e onirico.
16/11/2025




