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Bersani: “Baste favole sul fascismo bonaccione, questo governo umilia le radici antifasciste”. Commosso omaggio a Papa Francesco

Appassionato discorso di Pier Luigi Bersani al Parco Nazionale della Pace di Sant’Anna di Stazzema, in occasione dell’80esimo anniversario della Festa della Liberazione. Davanti a una folla record, tra cui spiccava il vicepresidente del M5s Riccardo Ricciardi, l’ex ministro ha esordito nella sua orazione con un tributo commosso a Papa Francesco: “Questo non è un 25 aprile come gli altri, intanto perché penso che sentiamo tutti un peso sul cuore nei giorni del lutto per la morte di Papa Francesco, un uomo, un pontefice, che ha messo una luce sul mondo così com’è, non come viene raccontato. Un uomo, un pontefice, che ha dato una voce forte a tutte le ingiustizie del mondo – ha proseguito – allo sfregio dell’ambiente del creato, alla sofferenza indicibile delle vittime innocenti della guerra mondiale a pezzi, all’insensatezza di una spaventosa corsa agli armamenti. Quella voce non può spegnersi, deve sentirsi ancora quella voce e certamente tocca alla Chiesa in primo luogo (e le auguriamo buon lavoro), ma tocca anche a noi. Tocca al popolo del 25 aprile prendere in mano un bel po’ di quei messaggi”.

Bersani ha sottolineato: “Qui, nel luogo di una strage organizzata freddamente da nazisti e fascisti, con 560 vittime innocenti, e in tutti i luoghi, e sono tanti, nei quali i nazisti e i fascisti hanno massacrato e torturato, noi per anni abbiamo commemorato, ma sentendo questi fatti sanguinosi un po’ distanti, al punto che ci era consentito dire, un po’ per consolazione, un po’ per rassicurazione: ‘Mai più’. Ora non è così. Adesso sentiamo più vicino alla porta di casa nostra il lamento di nuove stragi e di nuove vittime. A Gaza – ha ricordato – vediamo un attacco terroristico indiscriminato e risposte di sterminio di migliaia di innocenti. Ieri sono state uccise due gemelline di quattro anni che si uniscono alle migliaia e migliaia di bambini e di bambini morti. Vediamo paesi aggrediti in Ucraina, vediamo stringersi l’occupazione illegale di territori come in Cisgiordania, ci arrivano notizie di guerra da oltre 50 luoghi nel mondo, notizie di masse enorme di sfollati, 13 milioni solamente in Sudan. Le organizzazioni internazionali – ha osservato – sono delegittimate, indebolite, attaccate, anche nelle loro operazioni di soccorso. C’è una impazzita corsa agli armamenti, un ritorno delle guerre commerciali e anche le dichiarate sfacciate pretese coloniali. Questo 25 aprile, che non è come gli altri, non può essere solo di commemorazione ma deve essere di riflessione e di militanza“.

Diverse le bordate di Bersani al governo Meloni, dalla menzione di re Carlo d’Inghilterra e del suo tributo alla Resistenza nel discorso al Senato alla battuta sarcastica sulla sobrietà invocata dal ministro Musumeci per i festeggiamenti del 25 aprile.
“Ma è possibile vedere così umiliate da questo governo le radici della nostra democrazia e della nostra Costituzione? – ha accusato l’ex segretario del Pd – E non è umiliante sentire ancora in giro le favole sul fascismo bonaccione? Ricordo che il fascismo è stato il primo al mondo a lanciare i gas dagli aerei. Il fascismo ha il copyright nelle guerre coloniali. Il fascismo è stato il primo nel Novecento a trasformare la lotta politica in bastonature, uccisioni e torture. Il fascismo ha voluto, corteggiato, desiderato, preparato dal primo giorno la guerra, era ‘la sola igiene del mondo’. Il fascismo ha guidato gli sterminatori qui a Sant’Anna come a Barzanotto, altro che fascismo bonaccione“.

E ha aggiunto: “E non è umiliante sentire la minimizzazione della Resistenza, che è descritta ancora spesso come un falso mito? No, eh,, non si può negare l’evidenza. Ricordiamoci sempre e si ricordino i giovani che c’è un solo paese fra i paesi sconfitti che ha potuto farsi la Costituzione da sola, proprio perché c’era stata la Resistenza e c’erano state forze politiche che l’avevano interpretata. Questo è indiscutibile e inossidabile”.

Frecciata tagliente di Bersani anche all’indirizzo di coloro secondo i quali il fascismo è morto dopo la Seconda Guerra Mondiale: “Non si può accettare la riduzione del fascismo a cose d’altri tempi. No, cari, purtroppo il fascismo non è morto 80 anni fa: venite a dirlo sotto la lapide degli 85 morti innocenti e dei 200 feriti invalidi della stazione di Bologna. Andate a leggervi la sentenza recente, che con una montagna di prove ha dimostrato quel che è scritto su quella lapide: strage fascista“.
“Il nostro fronte è la Costituzione, punto – ha tuonato Bersani – il 25 aprile è la Costituzione, figlia dei sacrifici dei resistenti e del sangue delle vittime innocenti del fascismo e del nazismo. Non dimentichiamolo: il fascismo l’abbiamo inventato noi in Italia e poi ha fatto scuola in giro per il mondo. Quindi, non ci si può stupire del fatto che abbiamo prodotto noi, dopo quell’esperienza, la più bella delle Costituzioni, il prodotto più alto della nostra storia nazionale. La nostra Costituzione è antifascista in tutti i suoi articoli e non poteva essere diversamente dopo il disastro a cui ci aveva portato il fascismo: la Costituzione in tutti gli articoli è uno schiaffo al fascismo“.

E ha spiegato: “L’art. 3 sull’uguaglianza è già da solo una Costituzione antifascista. E così il diritto alla salute per tutti, il salario dignitoso, la giustizia uguale per chi ha i colletti bianchi e chi non ha neanche il colletto, la disciplina e l’onore nello svolgimento delle funzioni pubbliche, la rigorosa e rispettosa divisione dei poteri, la libera stampa, il ripudio della guerra, la laicità dello Stato. Un governo non può spiegarci la religione e la morale, non può arruolare Dio come se fosse un sottosegretario“.

“La Costituzione – ha concluso Bersani – nessuno ce la toglierà perché non ce l’abbiamo alle spalle ma ce l’abbiamo davanti da raggiungere. Ma ricordiamoci che, se non si tiene vivo il tema sociale, cioè il processo di emancipazione che la Costituzione ha promesso, la democrazia impallidisce, c’è poco da fare. Non si può pensare che la democrazia stia in buona salute mentre fasce intere di popolazione sono sotto la soglia di povertà, intere generazioni sono prigionieri della precarietà e si può essere allo stesso tempo poveri e lavoratori. Chi vive così può perdere il segnale radar della democrazia. Tema democratico e tema sociale sono gemelli siamesi e quindi, se vogliamo che la democrazia non impallidisca e non perda il segnale radar verso pezzi crescenti di popolazione, bisogna che anche il popolo del 25 aprile stia vicino a chi soffre di più”.


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