Politica

Bernini contro i corsi di preparazione ai nuovi esami di ingresso a Medicina

La ministra dell’Università e della Ricerca, Anna Maria Bernini, ha segnalato all’Antitrust i messaggi pubblicitari che promuovono corsi di preparazione ai nuovi esami di ingresso a Medicina. Molte aziende, che negli ultimi 25 anni hanno speculato sulle speranze degli aspiranti medici e delle loro famiglie, si sono adeguate rapidamente alla riforma voluta dalla ministra. Tra pochi giorni, infatti, prenderanno il via i corsi di laurea, senza che gli studenti abbiano prima affrontato il vecchio test d’ingresso. Tutti, senza restrizioni, si sono potuti iscrivere al primo semestre aperto. Ma, al contrario di quanto annunciato in un primo momento dal governo, il filtro è solo rimandato. Il numero chiuso resta, così come lo sbarramento. Ed è proprio su questi esami di selezione che le aziende di preparazione test hanno concentrato la loro rinnovata campagna comunicativa. Della serie, “iscriviti al nostro corso e il successo è assicurato, anche con la nuova riforma”.

La segnalazione all’Antitrust riguarda specificatamente i messaggi pubblicitari. Molti corsi, infatti, sostengono di poter anticipare le domande frequenti sottoposte agli studenti. Altri che due studenti su tre raggiungono il loro obiettivo di immatricolarsi a Medicina. O ancora, rivendicano di poter replicare la difficoltà delle domande. Quello che si sottopone all’Agcm è la verifica della correttezza di questi messaggi e la compatibilità di questo tipo di comunicazione con il semestre aperto e la previsione di tre esami universitari, un sistema nuovo e piuttosto diverso rispetto al test d’ingresso per come lo conoscevamo. Essendo una novità assoluta, mancano quindi le serie storiche per poter comparare risultati del passato con quelli attesi in futuro.

“Ho dato mandato agli uffici del ministero dell’Università e della Ricerca di segnalare all’Antitrust i tanti messaggi pubblicitari che promuovono corsi di preparazione a Medicina. Vogliamo capire se dietro ci sia pubblicità ingannevole o messaggi fuorvianti, capaci di creare facili illusioni tra gli studenti”, ha scritto su Instagram la ministra Bernini. “Per anni l’accesso a questa facoltà si è basato su test a crocette con quesiti spesso generici, che hanno spinto molti ragazzi e famiglie a investire ingenti somme in corsi privati. Ora non serve più”, sostiene la ministra, secondo la quale con l’introduzione del semestre aperto è stata intrapresa “una strada nuova e più giusta”, definita ad “accesso libero” (anche se tutto sommato potrebbe essere più corretto parlare di “accesso rimandato”, come denunciato da molte associazioni di categoria, ndr). Poi la ministra conclude: “È una scelta che dà piena attuazione al diritto allo studio, perché rimette al centro gli atenei, garantendo agli studenti una valida alternativa, ovvero la preparazione universitaria“.


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