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Benigni su Rai1 risponde a Meloni: “Manifesto di Ventotene? Anche idee superate, ma resta visionario: sogno dell’Europa figlio di tre eroi”


Alla fine della giornata in cui alla Camera all’improvviso il Manifesto di Ventotene da testo profetico e utopico sull’Europa unita – rispettato per decenni in tutto il continente, testo sacro dell’antifascismi, al plurale – è diventato bersaglio politico da archiviare è Roberto Benigni che prova a rispondere nel merito al colpo di teatro della presidente del Consiglio Giorgia Meloni che ha scelto questo tema per infuocare il Parlamento subito prima di partire per il Consiglio europeo a Bruxelles. Non è ancora chiaro se Benigni abbia inserito all’ultimo tuffo e dopo le polemiche il passaggio sul documento formulato nel 1941, dal confino, da Altiero Spinelli, Ernesto Rossi e Eugenio Colorni o se il tema fosse già in un copione. Ma se la premier nel suo discorso a Montecitorio ha deciso di “ridurre” la portata del Manifesto di Ventotene ad alcune frasi che facevano al “socialismo”, alla “proprietà privata” e alla “rivoluzione”, è l’attore e regista premio Oscar a farsi carico di rispondere. Lo fa, vista la coincidenza, durante la sua serata speciale in prima serata su Rai1, Il Sogno: “Nel Manifesto di Ventotene – dice – c’è l’idea di un’Europa unita, non era un’idea nuova ma per la prima volta quest’idea diventa un progetto politico, un programma realizzabile. Certamente contiene alcune idee superate, ma Altiero Spinelli stesso lo ha detto e ripetuto più volte, era pur sempre il 1941… Ma non per questo viene meno la sua visionarietà. Sarebbe come dire buttiamo la Bibbia perché c’è scritto che il sole gira attorno alla terra…”. Pochi minuti prima Meloni aveva ripreso l’argomento facendo il suo ingresso nell’albergo di Bruxelles in vista del Consiglio europeo che comincia giovedì. E aveva puntato il mirino sulla presunta vetustà del Manifesto di Ventotene, che tra l’altro è di poco più anziano della Costituzione. “Ho fatto arrabbiare? Ho letto un testo – si schermisce la capa del governo – non capisco cosa ci sia di offensivo. Un testo si può distribuire ma non leggere? È un simbolo? Non l’ho distorto, l’ho letto. Ma non per quel che il testo diceva 80 anni fa ma perché è stato distribuito sabato scorso. Un testo che 80 anni fa aveva la sua contestualità se tu lo distribuisci oggi devo leggerlo e chiederlo se è quello in cui credi”.

Benigni, durante il programma su Rai1, definisce il Manifesto di Spinelli, Rossi e Colorni “uno dei documenti più straordinari dell’ultimo secolo”. Sottolinea che “il vero punto centrale del Manifesto di Ventotene è chiaro ed attualissimo: superare i nazionalismi, che avevano distrutto un continente, per costruire un’Europa unita”. “E’ stato scritto sulle cartine delle sigarette e nascosto e fatto uscire all’interno di un pollo, per superare i controlli. Alla faccia dei social, di Elon Musk, hanno diffuso il Manifesto attraverso un pollo arrosto”, scherza.

“Nel 1941 mentre la guerra infuriava nel mondo in quest’isola sperduta, nel pieno di una tragedia senza limite, succede una cosa incredibile, come se si accendesse una luce, un lampo“, ha raccontato, “mentre intorno c’erano solo rovine, cadaveri e morti, tre uomini – Altiero Spinelli, Ernesto Rossi ed Eugenio Colorni – pensarono al nostro futuro con un progetto che insieme era sogno e documento politico. Sono stati eroi della nostra storia, i primi, i pionieri”. E’ la “pagina più commovente” della nascita dell’Unione europea “scritta in Italia”.


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