ben vengano shooter alla Doom, così veloci e feroci!
Capita sempre più di rado di riuscire a vedere sparatutto in soggettiva che mettono da parte la componente online per focalizzarsi su un’esperienza esclusivamente offline. Uno di questi, sbucato dal nulla durante l’ultimo State of Play di PlayStation (ecco il riassunto dello State of Play), è realizzato da Reikon Games, ossia la software house che ha dato i natali al brutale Ruiner (qui la recensione di Ruiner), un twin stick shooter a tema cyberpunk con una forte ispirazione a Hotline Miami. Il team ha infatti deciso di creare qualcosa di completamente diverso rispetto al suo precedente progetto, dando così vita a Metal Eden, un FPS che da Ruiner eredita l’animo spiccatamente arcade. Grazie a una versione demo che abbiamo provato, ci è stato possibile testare le prime due missioni del gioco, che ci hanno piacevolmente sorpreso.
La guerra dei robot
Come accade spesso e volentieri in produzioni di questo tipo, anche Metal Eden non sembra voler puntare troppo sull’intreccio narrativo, che è a tutti gli effetti un semplice pretesto per dare il via ad un massacro robotico. Il titolo è infatti ambientato in un lontano futuro e vede nei panni della protagonista una specie di androide dalle sembianze femminili che prende il nome di ASKA: questa guerriera cibernetica viene spedita su Mobius, un pianeta colonizzato dai robot, con l’obiettivo di scoprirne tutti i segreti.
Il cuore pulsante di Metal Eden è però il suo gameplay, che mescola dinamiche di uno sparatutto con visuale in prima persona ad altre di un platform, con la protagonista che può saltare (con un jetpack di breve durata), correre sulle pareti, usare il rampino e persino eseguire scatti, sia in aria che a terra. Le possibilità offerte in termini di movimento sono tante e diventano essenziali per sopravvivere quando iniziano a spuntare robot in ogni dove.I primi avversari che si incontrano lungo il percorso vanno giù anche solo un un bel cazzotto o una raffica dell’arma primaria, ossia una mitraglietta dai proiettili infiniti che però è soggetta a surriscaldamento. Presto entrano in gioco nemici più insidiosi che richiedono di mettere in pratica tutto ciò che abbiamo imparato sul sistema di movimento, così da non restare mai fermi e prepararci alla mossa successiva.
Per certi versi, le dinamiche di combattimento ricordano un po’ quelle viste in Doom Eternal per frenesia e impostazione (non perdetevi a tal proposito la nostra anteprima di Doom The Dark Ages).
Esiste persino una meccanica che ricorda, pur se in maniera molto meno brutale, le finisher del titolo idSoftware: ASKA può infatti attivare un’abilità speciale che si ricarica automaticamente dopo qualche secondo e che alla pressione di un tasto permette di eliminare sul colpo qualsiasi nemico sprovvisto di protezione, strappandone il cuore artificiale. Una volta raccolto questo organo robotico, potremo decidere se lanciarlo sugli avversari per scatenare una lieve esplosione oppure se assorbirlo per ottenere un piccolo power-up e potenziare il successivo attacco ravvicinato.
Gunplay e progressione
Se nelle prime battute la presenza di tutte queste meccaniche appare quasi superflua, basta avanzare un po’ nella storia per comprendere quanto ciascuna di esse sia fondamentale per poter sopravvivere.
Ad alternare i robot più fragili, infatti, arrivano presto anche quelli corazzati, che richiedono un bel po’ di impegno per poter essere privati dello strato metallico che li protegge sia dall’eliminazione che da un eventuale furto del core.In tali circostanze risulta utile anche passare da un’arma all’altra, visto che le bocche da fuoco alternative hanno munizioni assai limitate ma risultano infinitamente più efficaci negli scontri con i cyborg più coriacei. Il feeling delle armi è quello tipico delle produzioni arcade: da questo punto di vista, Metal Eden funziona molto bene ed è sempre stato divertente premere il grilletto, a prescindere dallo strumento di morte impugnato. Ad aggiungere ulteriore profondità al gameplay ci pensa il sistema di progressione, che si divide in potenziamenti per la protagonista ed in upgrade che stravolgono le armi nelle funzionalità e nell’aspetto. Nel corso della prova, ad esempio, abbiamo sbloccato la possibilità di attivare il bullet time per un breve periodo di tempo e potenziato la pistola affinché potesse sparare un colpo caricato che ci è stato essenziale per eliminare i corazzati in un batter d’occhio.
Non ci è stato possibile esplorare in maniera più approfondita questo aspetto del gioco, ma è sicuramente interessante ed apre la strada a piccole modifiche in grado di stravolgere il gameplay in tanti modi diversi.

L‘unico aspetto ad averci fatto storcere il naso è l’eccessiva linearità delle missioni, che sono del tutto prive di aree segrete o bivi che magari conducono a collezionabili o potenziamenti extra. Tutto si riduce nel passare da un’arena all’altra completando brevi fasi in cui si sfruttano le abilità di movimento della protagonista.
Comparto tecnico e supporto al controller
Passando invece all’aspetto grafico, Metal Eden si difende davvero bene se consideriamo esclusivamente la bontà grafica, visto che gli scenari sono tutti ben realizzati e premendo l’acceleratore sulle impostazioni video si raggiunge una qualità visiva niente male. Peccato però che la cura riposta in tale componente non venga supportata da una direzione artistica di spicco, con scenari e nemici che risultano tutti piuttosto generici e privi di personalità.
Si tratta pur sempre di un’impressione preliminare e speriamo che la versione completa del gioco possa farci cambiare idea. Segnaliamo inoltre che il titolo è perfettamente giocabile con il controller e durante la nostra prova abbiamo dato spazio in egual misura a entrambi i sistemi di controllo, che si comportano egregiamente e permettono quindi di godersi il gioco in qualsiasi modo senza particolari limitazioni.
Source link