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Bce: le prospettive economiche in Eurozona si sono deteriorate per le tensioni sui dazi

«Le prospettive per l’attività dell’area dell’euro si sono deteriorate a causa delle crescenti tensioni commerciali. È probabile che la maggiore incertezza riduca la fiducia di famiglie e imprese e che la risposta avversa e volatile dei mercati alle tensioni commerciali determini un inasprimento delle condizioni di finanziamento». È quanto si legge nel bollettino economico pubblicato oggi dalla Bce in cui “si stima che tali fattori gravino sull’attività dell’area dell’euro nel secondo trimestre del 2025”.

Al tempo stesso, l’economia dell’area dell’euro “ha comunque acquisito una certa capacità di tenuta a fronte degli shock mondiali. La crescita nel medio periodo dovrebbe essere sostenuta da un mercato del lavoro solido, da redditi reali più elevati e da un credito gradualmente più conveniente, che dovrebbe favorire i consumi. Inoltre, le importanti iniziative politiche adottate a livello nazionale e dell’Ue al fine di incrementare la spesa per la difesa e gli investimenti in infrastrutture dovrebbero sostenere l’attività manifatturiera, come emerso anche dalle recenti indagini”.

Processo di disinflazione prosegue, verso ritorno durevole a target

Il processo di disinflazione sta proseguendo il suo percorso. È quanto si legge nel bollettino economico Bce in cui si sottolinea come l’inflazione complessiva nell’eurozona è diminuita al 2,2% a marzo dal 2,3% di febbraio. “Il calo è stato principalmente determinato dalla flessione dei prezzi dell’energia e dall’ulteriore rallentamento dell’inflazione dei servizi, diminuita in misura netta negli ultimi mesi. La maggior parte delle misure dell’inflazione di fondo segnala un ritorno durevole dell’inflazione all’obiettivo del 2% a medio termine perseguito dalla Bce”.

Nell’ultimo trimestre del 2024 la crescita sul periodo corrispondente del costo del lavoro per dipendente è stata pari al 4,1%, in calo dal 4,5% del trimestre precedente, mentre i profitti per unità di prodotto si sono ridotti, continuando ad assorbire l’impatto del costo del lavoro sull’inflazione. Le misure delle aspettative di inflazione a più lungo termine, per la maggior parte, hanno seguitato a collocarsi intorno al 2% e ciò sostiene il ritorno durevole dell’inflazione all’obiettivo fissato dalla Bce. Al tempo stesso, si sottolinea in un ulteriore passaggio del bollettino, “l’aumento delle turbative nel commercio internazionale tuttavia intensifica l’incertezza sulle prospettive di inflazione nell’area dell’euro”.

Euro fortemente apprezzato sul dollaro (+5,2%) per dazi e prospettive pil Usa

Sui mercati dei cambi l’euro si è apprezzato notevolmente sia nei confronti del dollaro statunitense, sia su base ponderata per l’interscambio. E’ quanto si rileva nel bollettino economico Bce in cui si sottolinea come “nel periodo in esame il tasso di cambio effettivo nominale dell’euro, misurato sulle divise dei 41 più importanti partner commerciali dell’area, si è apprezzato del 3,3%.


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