Liguria

“Basta rischi per la salute in un quartiere già ferito”  – Lavocedigenova.it


Alla vigilia della riunione convocata per oggi, domenica 20 luglio dalla sindaca Silvia Salis, che vedrà confrontarsi le forze della coalizione di maggioranza sulla possibile realizzazione di un forno elettrico all’interno dello stabilimento ex Ilva a Cornigliano, una lettera aperta firmata da cittadini e cittadine del quartiere rilancia l’allarme sui rischi per la salute pubblica.

“Un quartiere che non ha mai smesso di credere nella possibilità di un futuro diverso”, scrivono gli abitanti, che ricordano come “in un contesto segnato dal riscaldamento globale, da temperature sempre più estreme e da tassi di inquinamento atmosferico già elevati nella nostra città, l’ipotesi di un nuovo forno elettrico nel cuore di Cornigliano rappresenta un pericolo concreto e una ferita aperta.”

I dati epidemiologici citati nella lettera sono drammatici: “Tra gli uomini di Cornigliano, l’incidenza dei tumori a trachea, bronchi e polmoni è di 137,7 casi per 100.000 abitanti, contro i 46,1 del resto di Genova: un aumento del +199% rispetto alla media cittadina.” Per le donne, “l’incidenza dei tumori polmonari è inferiore, ma rimane significativa”. A questi si aggiungono “un aumento rilevante di tumori della tiroide tra le donne, con un’incidenza più alta nelle aree esposte a inquinamento industriale”, e “una mortalità maggiore per patologie cardiovascolari e respiratorie tra gli uomini residenti in aree analoghe a Cornigliano”. Non mancano nemmeno gli effetti psicologici: “Un vissuto collettivo segnato da memorie traumatiche legate all’inquinamento passato, che per molte persone si traduce oggi in sintomi compatibili con un disturbo post-traumatico da stress”. 

La preoccupazione principale riguarda le conseguenze che il nuovo impianto potrebbe avere su questa già fragile situazione: “Il progetto prevede l’installazione di un impianto con emissioni industriali a pochi metri dalle abitazioni. Questo significa esposizione quotidiana a particolato ultrafine, metalli pesanti e sostanze cancerogene come IPA, PCB e diossine; aggravamento di rischi sanitari già presenti; nuova pressione psicologica su una comunità che chiede solo di poter respirare”. 

Gli abitanti respingono inoltre l’etichetta “green” attribuita all’impianto, sottolineando che “non esiste un inquinamento sostenibile. Costruire un impianto emissivo accanto a scuole e case è un errore, oggi più che mai. Non ha senso rifare marciapiedi, aiuole o piazze se non si garantisce prima il diritto alla salute”. 

La lettera si conclude con un richiamo forte alla responsabilità della politica e alla fiducia data dalla cittadinanza: “La fiducia che abbiamo dato alla coalizione che oggi governa la città era anche una fiducia in una visione ambientale, in un’idea di cura, di giustizia ecologica e di futuro condiviso. Oggi quella fiducia si misura anche nella scelta che farete. Non per un simbolo. Ma per la vita concreta delle persone”. 

Ricordando le parole di Franco Sartori, operaio e militante, i cittadini ribadiscono con forza: “Non possiamo barattare la salute dei bambini di Cornigliano con la busta paga di fine mese. Il vero lavoro è quello che serve alla vita”. 




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