“Basta CrossFit e allenamenti cardio, la Gen Z ora va in palestra per la mindfullness”: ecco cos’è la toxic wellness e perché i giovani la combattono lo yoga
Il tempo dei bodybuilder è finito. È finito il tempo dei gym bro, degli allenamenti ad alta intensità, del CrossFit, delle foto allo specchio per mostrare gli addominali e dei beveroni energetici. Anche tutti quei discorsi attorno a quante ore si passano in palestra ora sembrano maccheronici, talvolta persino allarmanti. Eppure, secondo i dati Istat negli ultimi due anni il tasso di sedentarietà si è abbassato e le persone che risultato svolgere un’attività fisica continuativa sono oltre il 36% della popolazione, un dato in aumento rispetto a poco più del 30% degli anni pre-pandemia. La verità alla base di tutto ciò è che proprio dalla pandemia in poi si è assistito ad un cambio di rotta, probabilmente irreversibile, in cui le persone si stanno discostandosempre di più dall’allenamento finalizzato puramente alla performance e all’estetica, per abbracciare un concetto più esteso di benessere a 360 gradi.
“L’attività fisica ha uno stretto contatto con il sistema corpo-mente”, racconta la psicologa e psicoterapeuta Lara Pelagotti. “La tendenza ad impostare un’attività fisica che non rispetti le peculiarità personali, ma imita la vita di certi modelli influencer social, si chiama ‘fitinspiration’. Il nome sembra innocuo, ispirazione fitness, ma il risultato non lo è. Gli esempi che mostrano i corpi “prima” e “dopo” un certo allenamento o un certo regime alimentare sembrano un buon modo per invogliare le persone a prendersi cura di sé, ma in realtà non è così perché finiscono per creare dei modelli stereotipati e stimolare un confronto nocivo che può spingere a far vivere l’attività fisica come una grande performance, fatta di confronti continui” che, come sottolinea la psicoterapeuta, “ha un grande impatto sull’umore, rendendo, chi fruisce di questo tipo di esposizione, ansioso, preoccupato, triste, eccessivamente perfezionista.
In questi casi l’attività sportiva smette di essere percepita come complemento essenziale per la salute ed il benessere, ma diventa soltanto un obiettivo estetico, per raggiungere un certo corpo standard, a discapito degli aspetti di salute mentale. Viversi l’attività sportiva in senso punitivo, ‘no pain, no gain’, è pericoloso e insensato, quello che dovremmo fare è cercare la propria strada per prenderci cura del nostro corpo (e della nostra mente) riscoprendo il piacere di fare attività fisica gratificante”, conclude l’esperta.
Ed è così che si è finiti con il parlare di toxic wellness: per identificarlo, evitarlo fino ad arrivare ad una nuova concezione di benessere, più autentica e dall’approccio più olistico tra corpo e mente, altresì rinominata real wellness. “Il toxic wellness è un’idea di benessere distorta, fatta di standard irrealistici e obiettivi basati esclusivamente sull’estetica o su risultati immediati. – spiega a FQMagazine Alessandro Garibaldi, Head of Brand & Communications di Virgin Active – Coinvolge principalmente i giovani adulti, influenzati dai social media e dalla pressione sociale. Ma non tutto funziona per tutti, ecco perché è importante proporre un’alternativa autentica, fondata su evidenze scientifiche e su un approccio personalizzato. Il real wellness, d’altra parte, va oltre il semplice allenamento fisico. È un equilibrio tra corpo, mente e spirito. Non è solo una questione estetica o di performance, ma il risultato di un approccio che integra movimento, nutrizione e mindfulness. L’allenamento diventa così un’occasione per crescere, connettersi con gli altri e sentirsi parte di una comunità”.
Non a caso il 2024 è stato l’anno del successo del pilates e delle attività di mindfullness. La stessa Virgin Active, che fino a qualche anno fa era associata dai più ad una certa idea di fitness performativo, ha modificato il suo palinsesto con nuove attività volte a promuovere un benessere più autentico. trasversale. Questa nuova direzione dell’attività sportiva coinvolge tutti, ma vede in prima linea la Generazione Z, più sensibile ai temi della salute mentale, del successo delle app di supporto psicologico e della body positivity, non di certo del fisico perfetto.
Anche i Millennials, hanno accusato il colpo di una certa performance a tutti i costi e perfino la generazione a cavallo tra Baby Boomer e Generazione X si ritrova a fare i conti più con la mente che con il proprio corpo, abbracciando così con più facilità il concetto di real wellness, per ottenere un benessere che sia mentale oltre che fisico.“Il 2025 segnerà una significativa evoluzione nel mondo del fitness. Le discipline di recupero e di consapevolezza stanno crescendo proprio perché permettono alle persone di ascoltare il proprio corpo e trovare ciò che funziona meglio per loro. La domanda di attività come yoga, pilates, sound bath e posturale è cresciuta del 15%. Il Pilates continua il suo boom ed è diventato anche un fenomeno social, portando addirittura alla nascita di specifiche community come le “Pink Pilates Princess”, che hanno superato 44 milioni di post su TikTok”, conclude Garibaldi.
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