Veneto

Basket, Adami: «Udine deve ambire alla serie A, Cividale mina vagante ai play-off»


UDINE. La continuità di Udine, il cambio di marcia di Cividale e il risveglio di Trieste. Il basket regionale di A2 vive un momento magico e il primo ad applaudire non può che essere Giovanni Adami, presidente della Fip Fvg. Reduce peraltro da una full immersion o quasi.

Venerdì sera era presente al Carnera per Apu-Treviglio e consegnare la “Targa d’Onore” a coach Mario Blasone per la sua carriera, sabato il bis a Cividale per Gesteco-Cantù e la consegna il premio “Enrico Maffei” all’ufficiale di campo Ornella Persechino e il premio “Il basket sopra le righe” al giornalista Luigi Maffei. L’occasione è buona per fare il punto della situazione della pallacanestro regionale di alto livello, che fa da traino a tutto il movimento cestistico.

Adami, le è piaciuta la spettacolare due giorni del basket friulano?

«Decisamente. Udine ha dimostrato di essere solidissima, profonda e con margini di miglioramento legati agli innesti. Sono convinto che arriverà a giocarsela sino in fondo. Contro Treviglio non è stata una bellissima partita, ma di fronte c’erano avversari ostici ed era una gara da vincere per forza. Il mio giudizio sul lavoro di Vertemati è stra-positivo.

Sabato a Cividale è stata una grande festa contro una nobile del basket italiano. Le Eagles con agonismo e difesa hanno stritolato i canturini. Ormai giocare al PalaGesteco è difficilissimo per tutti. Con Lamb il livello di tutta la squadra si è alzato tantissimo».

La larga vittoria di Trieste ha completato il triangolo targato Fvg. Cosa ne pensa?

«Il momento è positivo già da un bel po’. Vedo palasport sempre pieni, ci sono numeri da calcio ed è una cosa eccezionale».

L’anno scorso il derby play-off Udine-Cividale fu uno spot per il nostro basket. Portare tre squadre ai play-off sarebbe un’altra festa?

«Cividale li deve ancora conquistare, lasciamola correre. Però c’è da dire che andare alla post season con tre squadre sarebbe stupendo. Anche nel femminile Udine sta facendo grandi cose. Poi conteremo le nostre squadre alle finali nazionali giovanili e tireremo le somme».

Tutto ciò contribuisce a rilanciare il movimento dopo il periodo del Covid.

«Siamo ripartiti alla grande, alla pandemia non ci voglio più pensare. Teniamoci solo le buone abitudini come sanificarci le mani. Godiamoci questo rilancio».

Si aspettava un periodo d’oro del basket quasi comi ai tempi del quadrilatero Udine-Gorizia-Trieste-Pordenone?

«Sì, perché ci sono tanti poli d’interesse che lavorano bene. Ci metto anche Pordenone e Monfalcone, che in B Interregionale sono a livelli semiprofessionistici».

Udine può ambire alla promozione?

«Deve. Conterà chi arriva meglio a maggio».

Cividale può essere la mina vagante nei play-off?

«Se ci va è un’avversaria dura per tutti, sia in casa che fuori. È una squadra completamente diversa da tre mesi fa».

Trieste si è svegliata al momento giusto?

«Con Reyes è un’altra squadra. Si è rialzata in tempo per dire la sua nella lotta promozione».

Alla magia contribuisce anche la Delser. Un pensiero per le ragazze udinesi?

«Esprimono una grande serenità di pallacanestro, vederle giocare è un piacere e si percepisce facilmente che sono delle ragazze che stanno bene assieme. In campo e fuori. La vittoria in Coppa Italia è stata una grande impresa con una finale emozionante, il cammino in campionato è entusiasmante».

Chiudiamo parlando di calcio. Lei è un grande tifoso dell’Udinese, si salverà?

«Sì, ma purtroppo è una stagione di cui ricorderemo ben poco. C’è da soffrire sino in fondo, salvarsi e poi voltare pagina».


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