Bari, ecco la Fiera del Levante. Leccese: “Un rito collettivo”
“Benvenuti alla 88esima edizione della Fiera del Levante. Benvenuto a Bari, ministro Musumeci, benvenuto nella città che ha messo il mare al centro della sua idea di futuro. Un saluto alla presidente Simonetta Lorusso e al presidente Gaetano Frulli, che ringrazio per aver aperto nuovamente le porte di questo luogo tanto caro a noi baresi per dare avvio a questa straordinaria esperienza che da 88 anni segna il tempo della vita politica, economica e sociale di Bari, della Puglia e del Paese. Perché la Fiera del Levante non è semplicemente un luogo né un’esposizione: è un rito collettivo che scandisce il tempo della nostra comunità, ne racconta la storia e ne interpreta le ambizioni”. Così il sindaco di Bari, Vito Leccese, ha iniziato il proprio discorso durante la cerimonia inaugurale della Fiera del Levante. Dopo aver ringraziato anche il governatore Michele Emiliano, che qualche minuto dopo ha parlato anche della querelle con Antonio Decaro in vista delle prossime elezioni regionali, il sindaco ha affrontato diversi temi.
“Se guardo a questo luogo, ai suoi simboli, non posso non pensare alla caravella e alle sue vele spiegate che da sempre simboleggiano un viaggio foriero di scoperte, di nuovi mondi che si incontrano e che dialogano – ha detto Leccese -. Quelle vele, oggi, ci riportano alla mente le vele della Global Sumud Flottilla, diretta verso una nuova frontiera di pace tutta da costruire. Da qui, dalla Fiera del Levante, voglio augurare buon vento alla Flottilla. A tutti noi, invece, auguro di avere il coraggio di sostenere in ogni luogo le ragioni della pace e della giustizia, perché la storia non ci perdonerà né il silenzio né l’inerzia. Perché Bari, città operatrice di pace, città del santo che più di ogni altro incarna i valori del dialogo tra popoli e religioni, mai resterà in silenzio di fronte a un popolo che muore sotto le bombe o per fame. Se c’è una cosa di cui non dobbiamo avere paura, sono le parole di verità. Questo è stato per me un imperativo sin dai primi giorni del mio mandato alla guida di questa città”.
“L’ho fatto per le piazze centrali di Bari – ha detto ancora Leccese -, denunciando l’emergenza droga che stava dilagando e il rischio che una situazione già complessa degenerasse in emergenza. Ho firmato la mia prima ordinanza. Ho coinvolto l’amministrazione comunale tutta in questo percorso, ho chiesto aiuto e sostegno alle altre istituzioni e ho trovato in sua eccellenza il Prefetto, nel Questore e in tutti i rappresentanti delle Forze dell’ordine, ascolto e collaborazione. Insieme stiamo lavorando, senza nasconderci, senza puntare il dito né scaricare responsabilità su altri. Abbiamo bandito dal nostro vocabolario le facili parole della strumentalizzazione politica scegliendo di mettere in campo azioni concrete. Lo abbiamo fatto con i presidi delle Forze dell’Ordine, della Polizia locale e degli operatori sociali, perché sicurezza per noi non è solo sinonimo di repressione ma anche di contrasto alle fragilità, alle povertà, alla sofferenza di chi vive ai margini. È senso di responsabilità. La responsabilità di chi si assume l’impegno di costruire una città più giusta e coesa. Perché non basteranno dieci, cento, mille agenti per presidiare ogni spazio urbano, se avremo perso la battaglia sociale e civile”.
“Oggi sono qui su questo palco con il cuore più leggero rispetto a un anno fa, non posso nasconderlo – ha sottolineato Leccese -. All’epoca io e il Consiglio comunale avevamo una scure sulla testa. Oggi quella vicenda si è conclusa, anche grazie all’alto senso delle istituzioni dimostrato dal ministro dell’Interno Piantedosi”. Il riferimento è all’attività svolta da una commissione d’accesso ispettiva che, dopo l’inchiesta penale ‘Codice Interno’ ha valutato l’ipotesi di scioglimento del Consiglio comunale di Bari per infiltrazioni mafiose. All’esito delle attività il Consiglio dei ministri nei mesi scorsi ha disposto solo il commissariamento di alcune società partecipate, e non lo scioglimento del Consiglio comunale. “Da allora è cominciata per Bari una nuova storia. E quella leggerezza che portiamo nel cuore non è superficialità, ma voglia di guardare al futuro e continuare a lavorare intensamente per fare di Bari una città ancora più attenta e reattiva. Per questo – ha aggiunto Leccese – abbiamo modificato l’organizzazione della macchina amministrativa e, grazie a tutto il Consiglio comunale, abbiamo istituito la Commissione antimafia presieduta da un consigliere di minoranza”.
Poi un passaggio sul Piano nazionale di ripresa e resilienza. “Chiediamo al governo di avviare seriamente una discussione sul futuro delle opere finanziate con i fondi del Pnrr – ha detto Leccese -. I Comuni sono i principali attuatori della grande scommessa europea, eppure sono gli enti che più hanno sofferto i tagli imposti dal turn over sul personale, in concomitanza con il picco più alto di pensionamenti registrato negli ultimi anni, proprio in un comparto, i cui salari, è bene ricordarlo, restano del tutto inadeguati al costo della vita. Abbiano tanto lavoro da fare ma il tempo della burocrazia non ci è amico. Le semplificazioni introdotte non bastano e la proroga di cui si discute potrebbe essere l’iniezione di fiducia necessaria ai Comuni che si sono assunti la responsabilità di guidare la trasformazione del Paese. Non chiediamo sconti, ma tempo e risorse umane per dare forma a quello che per decenni i cittadini non hanno osato neanche immaginare. In molti casi, però, si tratta di una vera corsa contro il tempo. Ora chiediamo che questo sforzo non sia vanificato da un atteggiamento punitivo nei confronti dei Comuni. Nel 2026 ci piacerebbe avere una prospettiva per il dopo Pnrr: negli ultimi 3 anni il Pil è tornato a crescere grazie a questo investimento straordinario, ma è assolutamente necessario aprire un confronto per capire come attrezzarci per affrontare la fase successiva a questa iniezione di risorse senza precedenti nella storia recente del nostro Paese”.




