Bari, da “il Papa che arriva da Roma” ai “limoni”, i nomi della droga
Il mercato della droga era fiorente, nella provincia di Bari. L’ha portato alla luce l’operazione della locale Dda, eseguita dai finanzieri del Comando provinciale e che ha portato all’arresto di 22 soggetti. L’attività, che aveva sede principale a Noicattaro, si sviluppava in veri e propri “punti vendita” che erano strutturati per funzionare 24 ore su 24, grazie alla costante presenza di qualcuno pronto ad accogliere la clientela. Si utilizzavano vecchie abitazioni del centro storico di Noicattaro, dove si stoccavano ingenti quantitativi di sostanze stupefacenti. E le richieste avvenivano al telefono o direttamente al citofono, con successiva consegna – dopo lo scambio di denaro – attraverso il classico “calo dei cestini”.
Nelle conversazioni, come messo in evidenza dalle forze dell’ordine, si usava linguaggio in codice: la marijuana veniva convenzionalmente chiamata “bob”, la cocaina era “giubbotto della Versace o filo spinato”, l’hashish erano i “limoni” mentre “il Papa che arriva da Roma” era l’espressione usata per segnalare l’arrivo di un carico di droga di ingente valore. Il denaro veniva individuato con la parola “documenti”.
Il clan Misceo, oltre a gestire questo mercato, garantiva assistenza legale e mantenimento economico ai sodali arrestati, ai quali erano destinati “contributi” che variavano a seconda del “grado di camorra” dell’affiliato. Si andava dai 500 ai 1.500 euro al mese, e gli indagati erano anche in grado di riorganizzarsi velocemente, di fronte ai plurimi interventi repressivi delle forze dell’ordine. I riscontri effettuati nel corso delle investigazioni hanno portato al sequestro di circa 5 kg di cocaina, 16 kg di hashish, 21 kg di marijuana, una pistola con caricatore e 22 proiettili.
Sono stati arrestati in flagranza di reato sette corrieri della droga, e individuati cinque depositi – detti “cupe” – dove la droga destinata allo spaccio veniva stoccata e preparata. Sono stati acquisiti gravi indizi di colpevolezza nei confronti di un affiliato dell’organizzazione mafiosa indagato per il tentato omicidio, aggravato dall’agevolazione mafiosa, avvenuto a Noicattaro nel 2012, nei confronti di un soggetto appartenente al clan mafioso Di Cosola, come risposta a un attentato subito per il controllo delle piazze di spaccio.