Bari con la neve (e le grattachecche): l’ultimo venditore di ghiaccio
“Le domeniche d’agosto quanta neve che cadrà”. I versi cantati da Gigi D’Alessio non sono poi così un azzardo, se letti alla luce della neve che si conservava dei sottani di Bari vecchia nel 1700, per rifornire i cittadini di ghiaccio utile alla conservazione degli alimenti e alla cura dei malanni di stagione. Il luogo simbolo di quest’antica usanza è la strada Arco della neve, nel cuore del centro storico. Qui, sotto questo torrione medievale che segnava la porta d’ingresso per arrivare alla basilica di San Nicola, sorgeva una delle tre neviere del capoluogo, costruite su ordine dell’Università di Bari in epoca settecentesca. Si trattava di locali al di sotto del manto stradale in cui si vendeva tutto l’anno il ghiaccio, raccolto in inverno sulla Murgia, in Abruzzo e nelle zone più montuose del meridione. Gli insaccaneve baresi trasportavano i candidi fiocchi fino in città su carretti, per poi sistemarli in grandi sacchi di paglia e saggina nelle cisterne, così da evitarne lo scioglimento.
Tante le storie che si intrecciano attorno a questo antico frigorifero a cielo aperto, scrigno di estati felici per chi era un fanciullo negli anni 60 e vi si recava per acquistare la golosa granita barese, detta in gergo “grattamarianna”, sempre più difficile da trovare nei quartieri cittadini. Nei secoli la figura del venditore di neve si è evoluta, venendo sostituita dal fabbricatore di lastre di ghiaccio, mestiere ormai del tutto estinto. Eppure, proprio dietro l’Arco della neve, c’è ancora chi mantiene vivo quel lavoro d’altri tempi. L’ultimo “iceman” barese è Biagio De Benedictis, 35 anni, che porta avanti lo storico negozio di famiglia con amore e dedizione: “È cambiato tutto, dalla forma del ghiaccio che vendiamo, non più in lastre, ma già tritato o a cubetti, alla domanda del prodotto – spiega Biagio – Il rifornimento di ghiaccio ci viene richiesto principalmente per sagre, eventi o party privati. Quando ero piccolo ricordo che ci divertivamo a lanciarci il ghiaccio addosso d’estate per trovare refrigerio, ecco quel fascino è rimasto”.