Emilia Romagna

Bargellino, la Toyota ferma la produzione per ricordare Lorenzo Cubello e Fabio Tosi a un anno dall’esplosione


La produzione nello stabilimento Toyota Material Handling Manufacturing Italy di Bargellino, a Calderara di Reno, si è fermata oggi per l’intera giornata.
Un giorno di silenzio e di memoria, esattamente a un anno dalla tragedia che costò la vita a Lorenzo Cubello, 28 anni, e Fabio Tosi, 52, e che provocò il ferimento di altri undici lavoratori nello scoppio avvenuto nella centrale termica dello stabilimento.

La direzione dell’azienda ha deciso di sospendere completamente le attività produttive e di dedicare la mattinata a un momento di ricordo laico.
La cerimonia, aperta a tutti i dipendenti, si è svolta davanti all’aiuola interna dove sono state collocate le targhe commemorative dei due tecnici, simbolo di una ferita ancora aperta per la comunità aziendale e per tutto il distretto industriale bolognese.

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Il ricordo delle vittime: “Quel luogo resterà sempre il simbolo del dolore”

All’iniziativa hanno preso parte i vertici aziendali e i familiari delle vittime, che si sono ritrovati per un momento di raccoglimento e di ricordo condiviso.
Assente, per scelta personale, Paola Pawlikowicz, compagna di Lorenzo Cubello, che un anno fa era incinta del loro bambino quando l’esplosione le ha strappato l’uomo che amava.

“Non andrò alla Toyota perché ancora non ce la faccio – ha raccontato –. So che ci saranno i genitori di Lorenzo, ma io non me la sento. Mi hanno invitato tante volte, ma non so se riuscirò mai a entrare nello stabilimento dove Lorenzo è morto. Per me rimarrà sempre il luogo del dolore.”

Parole che riassumono il peso umano di una tragedia che ha lasciato segni profondi non solo nelle famiglie, ma anche tra i colleghi e la comunità di lavoratori del Bargellino.

Un anno dopo: le indagini ancora in corso

Nel frattempo, prosegue il lavoro della Procura di Bologna, che da mesi sta cercando di ricostruire le cause tecniche e le responsabilità dell’esplosione avvenuta il 23 ottobre 2024.
L’inchiesta, coordinata dalla pm Francesca Rago, ipotizza i reati di omicidio colposo plurimo, lesioni colpose plurime gravissime e crollo colposo.

Al momento risultano dodici indagati, tra i quali l’amministratore delegato Michele Candiani, i suoi predecessori Giorgio Polonio e Ambrogio Bollini, oltre a tecnici, progettisti e professionisti coinvolti, a vario titolo, nella progettazione, installazione e manutenzione della centrale termo-frigorifera dove si è verificato lo scoppio.

Gli accertamenti tecnici: si ricostruisce il macchinario

Per lunedì prossimo è fissato un nuovo sopralluogo tecnico presso lo stabilimento, durante il quale i periti nominati dalla Procura e quelli delle parti effettueranno uno degli accertamenti irripetibili.
L’obiettivo è ricostruire il macchinario esploso, assemblando le parti recuperate dopo l’incidente, per analizzare nel dettaglio le deformazioni e i punti di maggiore danneggiamento.

Attraverso questo lavoro di ricomposizione sarà possibile capire dove e come sia partita l’esplosione, e stabilire se a causarla siano state criticità strutturali, difetti di manutenzione o errori progettuali.
Un passaggio chiave per chiarire definitivamente le dinamiche di un evento che ha cambiato per sempre la storia recente della fabbrica bolognese.

Una ferita per tutta la comunità del Bargellino

L’esplosione del 2024 – una delle più gravi mai avvenute nel distretto industriale del Bargellino – aveva sconvolto l’intera zona di Calderara di Reno e la comunità produttiva bolognese.
Il boato, avvertito a chilometri di distanza, aveva distrutto parte del capannone e coinvolto un’area di lavoro dove si trovavano decine di operai impegnati nel turno del pomeriggio.
Nei giorni successivi erano seguiti scioperi e presidi davanti ai cancelli, oltre a una fiaccolata di solidarietà per ricordare Lorenzo e Fabio, due tecnici esperti molto amati dai colleghi. “Quel giorno – ricordano i lavoratori – abbiamo capito quanto fragile possa essere la sicurezza, anche nei luoghi più organizzati. Il dolore ci accompagna ancora, ma è giusto ricordare e pretendere verità.”

La sicurezza sul lavoro al centro del dibattito

L’incidente della Toyota Handling ha riacceso il dibattito sulla sicurezza industriale e sulla manutenzione degli impianti energetici.
Le organizzazioni sindacali, a partire da Fiom-Cgil, hanno più volte chiesto che “da questa tragedia nasca una consapevolezza nuova, fatta di investimenti costanti, formazione e controlli più rigorosi”.

Secondo gli ultimi dati Inail, nel 2024 in Emilia-Romagna si sono registrati 94 incidenti mortali sul lavoro, di cui 12 solo nel comparto manifatturiero.
Un numero che conferma quanto il tema resti urgente, soprattutto nei grandi stabilimenti della cintura metropolitana bolognese.

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