Piemonte

“Bardonecchia non verserà l’Imu allo Stato”

Ha il dente avvelenato contro il ministro Nello Musumeci, la sindaca di Bardonecchia Chiara Rossetti. Non ha gradito le dichiarazioni dell’esponente del governo: «Si è costruito dove non si doveva», riferite al disastro provocato dal nubifragio, alla piena di acqua e fango del torrente Frejus che ha trascinato via con sé anche una vita, quella del commerciante di frutta Franco Chiaffrino. E la sindaca sfodera la sua reazione: non pagare più l’Imu.

Per mettere mano alle opere del passato e rendere sicura la cittadina, secondo Rossetti adesso servono soldi. Ed ecco che lei batte cassa. «Abbiamo ricevuto solo 5 milioni di euro per i danni causati dall’esondazione del 2023. Nulla invece per quanto riguarda il 2024. Quindi sono determinata a trattenere l’Imu che spetta a Roma se non avremo delle risposte dal governo».

Bardonecchia è un paese molto turistico. Qui si riversano gli amanti dello sci d’inverno e delle passeggiate in montagna in estate. Ed è tra i comuni d’Italia con un alto numero di seconde case, ben 14 mila secondo dati del municipio. Questo patrimonio immobiliare rende 8 milioni di euro di Imu, di cui 6 vanno puntualmente a Roma. Tra l’altro proprio nel 2025 il Comune ha deciso di aumentare l’Imu tra lo 0,09 e lo 0,7 per mille per coprire un vecchio debito. «Abbiamo sempre versato ciò che c’era da versare», si sfoga la sindaca. Che poi avvisa: «Per la messa in sicurezza di Bardonecchia adesso ci servono almeno 30 milioni di euro e subito». Se non arriveranno, Rossetti è decisa ad alzare le barricate.

«Con i soldi già ricevuti ho fatto pulire e dragare i torrenti, mettere delle griglie che mitigano il rischio che il materiale pesante venga giù dalla montagna. Ci aiutano a imbrigliarlo e infatti quest’anno non c’è stato il disastro di un anno fa», ricorda. Eppure, a suo parere adesso è necessario fare di più. «Ho in progetto di rifare un ponte da capo ma servono soldi. Per l’esattezza 15 milioni di euro. Altri 15 saranno indispensabili per la messa in sicurezza di tutto il resto del territorio. Vogliamo creare un sistema di monitoraggio contro il rischio frane attraverso telecamere e sensori. E mettere delle altre griglie di contenimento de materiale pesante».

Per tutto ciò, la sindaca chiede l’appoggio della Regione. «L’assessore Gabusi è venuto qui da noi subito dopo l’esondazione che ha causato la morte del nostro concittadino. Contiamo che ci sostenga anche in questa nostra battaglia». A pochi giorni dall’alluvione, in paese la preoccupazione si taglia ancora a fette. «Il nostro è un territorio fragile – dice la sindaca –. Ne siamo consapevoli e non possiamo accontentarci di stanziamenti a singhiozzo e sappiamo cosa c’è da fare per ridurre il rischio». Poi una frecciatina rivolta al governo e in particolare a Musumeci che in paese non si è fatto vedere: «È l’ora della concretezza, dobbiamo dare risposte ai nostri cittadini, non possiamo aspettare e non possiamo accettare sterili polemiche di chi ricerca le ‘colpe’ di Bardonecchia nell’edilizia degli anni passati». Soprattutto, spiega: «Non possiamo permetterci che quello che è successo già due volte negli ultimi due anni, anche se con modalità molto diverse, possa verificarsi ancora. Bisogna agire».


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