Umbria

Bandiera della Palestina esposta sul palazzo della Regione Umbria


La bandiera della Palestina è stata esposta sul palazzo istituzionale della Regione a Perugia. L’esposizione è avvenuta alla presenza della presidente della Regione Stefania Proietti, dell’assessore regionale Fabio Barcaioli e del consigliere Fabrizio Ricci, entrambi i due aderenti ad Avs.

Prima della Regione Umbria, c’ha pensato la Regione Toscana che con il suo presidente Giani ha chiesto impegno al Governo italiano per ill riconoscimento dello stato di Palestina. Analogamente l’Umbria chiede lo stesso impegno al Governo oltre al rispetto del diritto internazionale.

«Il gesto è stato voluto dalla presidente Stefania Proietti e dall’assessore alla Pace Fabio Barcaioli – è scritto nella nota della Regione – come segno di solidarietà e preoccupazione per l’emergenza umanitaria nella Striscia di Gaza. L’esposizione è avvenuta alla conclusione della prima riunione del “Cantiere della Pace”, un nuovo spazio permanente aperto a cittadini, associazioni, enti locali e organizzazioni internazionali, dedicato alla promozione di progetti, iniziative educative e politiche ispirate alla nonviolenza e alla giustizia sociale».

Nel corso della presentazione, Proietti ha sottolineato come la pace sia «un processo quotidiano che richiede impegno costante e collaborazioni tra istituzioni e società civile». Ha definito l’esposizione della bandiera palestinese «non come un atto contro qualcuno, ma come sostegno alle vittime civili, ai bambini e a chi non ha voce, richiamando il rispetto del diritto internazionale e sostenendo la richiesta italiana di riconoscere lo Stato di Palestina». Ha inoltre evidenziato le radici francescane dell’Umbria, legate a un messaggio di pace che oggi va rilanciato con forza.

Anche la sindaca di Perugia Vittoria Ferdinandi interviene scrivendo alla presidente del Consiglio Giorgia Meloni: Ho scritto alla Presidente Meloni. «Lo abbiamo detto mesi fa e lo ripetiamo oggi con ancora maggiore convinzione: a Gaza è in corso un genocidio». Così Ferdinandi che attraverso un post rende noto il contenuto della sua lettera: «Un attacco sistematico alla popolazione civile, che ha già causato migliaia di morti innocenti, la distruzione di ospedali, scuole, interi quartieri. Oggi ho scritto ufficialmente alla Presidente del Consiglio – aggiunge – , chiedendo che l’Italia riconosca lo Stato di Palestina. È un atto politico e diplomatico necessario, urgente, per tenere aperta la possibilità della pace, della giustizia, della coesistenza tra i popoli. Questa iniziativa è la realizzazione concreta dell’Ordine del giorno approvato dal Consiglio Comunale di Perugia il 14 luglio, che impegna l’Amministrazione a portare la voce della città nelle sedi istituzionali nazionali e internazionali. Il nostro Paese non può continuare a restare fermo. Diversi Stati europei hanno già compiuto questo passo. Anche l’Italia deve fare la sua parte, nel rispetto del diritto internazionale e degli impegni assunti in Parlamento nel 2015. Questa è solo l’ultima delle tante azioni che abbiamo già intrapreso: abbiamo aderito alla campagna “50.000 sudari per Gaza”, esponendo lenzuola bianche in segno di lutto e solidarietà; abbiamo partecipato alla manifestazione nazionale per Gaza a Roma; abbiamo chiesto all’Azienda farmaceutica municipale Afas di valutare la sospensione degli acquisti di medicinali provenienti da Israele, proposta che sarà discussa nel prossimo Consiglio di amministrazione. A settembre, infine, ospiteremo a Perugia il Forum ‘Sindaci in rete: dialogo e cooperazione tra Comuni Italiani e Palestinesi’, promosso da Anci Umbria, Felcos e Anci nazionale. In quella occasione, esporremo la bandiera della Palestina a Palazzo dei Priori. Perché Perugia non può tacere. Perché la pace non è neutralità. È assunzione di responsabilità. È capacità di dire da che parte stare».

L’assessore Barcaioli ha aggiunto che il gesto rappresenta «un segnale di responsabilità e vicinanza, auspicando che anche l’Italia si unisca ai Paesi che intendono riconoscere la Palestina in occasione della prossima Assemblea generale delle Nazioni Unite». Ha ricordato inoltre l’impegno della Regione nell’accoglienza di profughi da Gaza e nel preparare l’arrivo di altri minori.

Durante la conferenza, la presidente ha ribadito la responsabilità delle istituzioni nel «mantenere viva una cultura di solidarietà e diritti umani, affermando che la pace rappresenta l’unico destino possibile per l’umanità». Ha richiamato le parole del presidente della Repubblica Sergio Mattarella sull’urgenza di un’azione politica efficace per il rispetto del diritto umanitario. Ha infine confermato la richiesta formale al Governo nazionale di riconoscere la Palestina, già approvata dall’Assemblea legislativa regionale tramite tre mozioni, e ha sottolineato la pronta risposta della comunità umbra nell’offrire sostegno e ospitalità.

Il Cantiere della Pace fungerà da osservatorio permanente e centro di documentazione, coordinato dall’assessorato alla Pace con il supporto del Centro regionale per la cooperazione internazionale e i garanti regionali. Tra le iniziative previste vi sono incontri pubblici, protocolli d’intesa con Comuni umbri, bandi per progetti educativi e l’organizzazione, per ottobre, di un incontro tra istituzioni umbre e sindaci della Giordania all’interno della Marcia per la Pace Perugia–Assisi.

La presidente Proietti ha concluso affermando che la pace non può essere data per scontata e serve una nuova alleanza tra istituzioni e società civile. L’Umbria, ha assicurato, è pronta a continuare a fare la sua parte con determinazione e coraggio.

«La situazione nella Striscia di Gaza è “grave e intollerabile” – scrive l’assessore Fabio Barcaioli in un post -. Queste le parole pronunciate pochi giorni fa dal presidente Sergio Mattarella. Parole semplici e rappresentative di un’intera comunità mondiale che grida per fermare l’orrore del genocidio del popolo palestinese. Ecco allora la nostra decisione, come Regione Umbria, di esporre fuori da Palazzo Donini la bandiera palestinese, al termine della prima riunione del Cantiere della Pace, il nuovo spazio permanente aperto a cittadine e cittadini, associazioni, enti locali e organizzazioni internazionali. Non vogliamo essere complici della morte di bambine, bambini, donne e uomini. Non vogliamo essere complici di fame, sofferenza e violenza. Vogliamo un cammino fatto di pace e speranza, una rete di solidarietà capace di attraversare i confini e raggiungere chi oggi vive sotto le bombe. Per questo chiediamo con forza che l’Italia riconosca lo Stato di Palestina, un passo che Francia, Regno Unito e Canada si preparano a compiere nella prossima Assemblea Generale dell’Onu a settembre. Anche il nostro Paese deve fare lo stesso e muoversi quindi nella giusta direzione. Chiediamo l’apertura di corridoi umanitari, perché nessuna vita sia più lasciata indietro, perché cure, acqua, cibo e rifugio possano raggiungere chi ne ha urgente bisogno. Come Regione Umbria ci prepariamo ad accogliere, con responsabilità e umanità. Lo facciamo nel nome dei valori che ci definiscono quali giustizia, dignità e rispetto dei diritti umani. Restare in silenzio di fronte a tutto questo non è umano. Grazie all’impegno e al lavoro incessante della presidente Stefania Proietti che ha contribuito a rendere possibile questa importante azione».

Così scrive il consigliere Fabrizio Ricci in un post sulla propria pagina social: Una bandiera «non ferma il massacro a Gaza, non porta cibo e acqua agli affamati e agli assetati, non è uno scudo per chi sta sotto le bombe. Eppure è un gesto importante. Dice che l’Umbria riconosce lo Stato Palestinese e chiede al Governo di fare altrettanto. Così come chiede con forza al Governo italiano di interpretare la volontà popolare e mettere quindi in atto ogni azione necessaria a fermare immediatamente il genocidio: imporre sanzioni a Israele, interrompere ogni rapporto militare, pretendere il rispetto del diritto internazionale. Tutto quello che non ha fatto finora. Dice infine che l’Umbria vuole fare la sua parte nell’accoglienza delle vittime, in particolare bambine e bambini, dare assistenza sanitaria a chi ha subito un’amputazione, offrire una casa e una speranza a chi dovrà necessariamente lasciare per il tempo necessario il suo paese martoriato. È una goccia nell’oceano, è una bandiera che sventola da un balcone. Ma sono orgoglioso di questo gesto».

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