BancoBpm-Anima, il pasticcio comunicativo di Eba e Bce
Il nuovo Danish Compromise previsto dalla normativa bancaria sembra sempre più come l’araba fenice: che vi sia ciascun lo dice, dove sia nessun lo sa. E certo non aiutano a capirlo le Autorità bancarie europee che, come emerso negli ultimi giorni nel caso BancoBpm-Anima Sgr, hanno fatto di tutto per confondere le acque nel merito della questione. E soprattutto hanno creato un inedito pasticcio nella comunicazione al mercato delle loro (in)decisioni.
Il balletto
Prima la Bce ha inviato un parere contrario ma non vincolante a BancoBpm sui benefici del danish compromise, rinviando una decisione finale in base al pronunciamento dell’Eba. Ieri quest’ultima ha pensato bene di rispondere sul proprio sito internet a un q&a anonimo (da cui si poteva dedurre che il richiedente fosse BancoBpm) che si tratta di «un caso in cui la questione tocca profili ed elementi che richiedono una valutazione più’ approfondita e ampia, non compatibile con lo strumento del Q&A dell’Eba». Neanche Ugo Tognazzi nel vecchio film Amici Miei avrebbe saputo essere più chiaro.
Dopo la due giorni di “delirio comunicativo” delle Autorità bancarie europee, l’unica impressione che traspare è che i Vigilantes della Ue facciano il tifo per il colosso paneuropeo UniCredit, più simile a loro come mondi di appartenenza, nel tentativo di conquista del più piccolo e italiano BancoBpm che comunque, con una capitalizzazione di mercato che supera i 14 miliardi di euro, ha una vasta platea di azionisti italiani ed esteri che avrebbero meritato una comunicazione ufficiale su una decisione che impatta sul valore della banca.
L’impatto
Peraltro, non è affatto detto che le misteriose (in)decisioni di Bce ed Eba raggiungano il risultato sperato poiché UniCredit si è riservato di andare avanti sull’Ops su BancoBpm in base alle adesioni all’Opa che quest’ultima ha in corso su Anima Sgr (più saranno alte, maggiore sarà il capitale assorbito dall’operazione).
Al di là del caso specifico, resta in piedi il quesito regolamentare che interessa varie banche europee. Il cosiddetto “Danish Compromise squared” esiste o no? Per saperlo, si è capito che le banche non dovranno passare dai Q&A con l’Eba. Né chiedere a Bce, che rimanda all’Eba. L’unica certezza è che una normativa entrata in vigore dal 1° gennaio 2025 ancora non ha un suo chiaro ambito di applicazione.
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