Banche, è nuovo duello. Mef: “Date più prestiti”. Per l’Abi sono sufficienti
ROMA – Si «fatica a comprendere come l’andamento del credito rimanga debole». Alla 101esima Giornata Mondiale del Risparmio il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti sprona le banche a «tornare a dedicare il massimo delle loro energie alla tradizionale attività di raccolta del risparmio ed erogazione del credito». Stavolta la divergenza tra Abi e governo non è sul contributo richiesto dalla legge di Bilancio, che nessuno cita: «Io sulla manovra non parlo, parlo del futuro», dice il presidente dell’Abi Antonio Patuelli. «Non la commento finché non leggo la versione definitiva», replica il presidente dell’Acri, Giovanni Azzone. Al centro degli interventi c’è invece il tema del credito bancario, che il governatore della Banca d’Italia Fabio Panetta definisce «la linfa che alimenta investimenti, innovazione e occupazione».


Il presidente dell’Abi Antonio Patuelli dà una lettura opposta della congiuntura rispetto a quella del ministro dell’Economia: «Sosteniamo le imprese nella quotidianità con una offerta di prestiti che è superiore alla domanda», afferma. «C’è grande concorrenza sul lato dell’offerta – prosegue – Auspichiamo che la crescita della domanda dei finanziamenti da parte delle imprese vista negli ultimi due mesi si consolidi e diventi più robusta».
Anche Giorgetti ammette che «certamente giocano un ruolo i fattori di domanda, anche per la generale situazione di incertezza che stiamo affrontando», ma, ammonisce, «mi aspetto tuttavia un più forte dinamismo dal lato dell’offerta e, in particolare, una maggiore capacità delle banche di interpretare il ruolo di catalizzatore delle iniziative imprenditoriali meritevoli, che certo non mancano». Il ministro ricorda come «nel nostro Paese larga parte del risparmio è canalizzato nel sistema bancario, che oggi è nelle condizioni migliori per sostenere l’economia». Rivolgendosi poi ai padroni di casa, le fondazioni bancarie, sottolinea l’importanza dell’Addendum al protocollo Acri-Mef appena firmato, che permetterà alle fondazioni «di svolgere meglio la propria missione di assistenza ai territori»,
Dell’importanza del credito parla anche il governatore Panetta: «È essenziale che non manchi alle aziende con buone prospettive di sviluppo, in particolare a quelle che investono nella transizione digitale ed ecologica». Come Giorgetti, Panetta chiede di rafforzare il credito alle imprese, in particolare a quelle «minori», la cui crescita è «essenziale per una crescita equilibrata e duratura del Paese», ma sottolinea anche il ruolo fondamentale dell’innovazione. E in particolare dell’euro digitale, progetto che sta particolarmente a cuore delle banche centrali, «una moneta pubblica accessibile a tutti a basso costo, pensata per coniugare sicurezza, privacy e inclusione finanziaria».
Dell’euro digitale parla anche Patuelli: lo definisce «un processo storico ineluttabile», al quale le banche non intendono sottrarsi, ma che comporterà «costi di investimento e rischi di liquidità». Preoccupazioni alle quali Panetta risponde direttamente, con un intervento fuori programma, a braccio. Precisando che l’infrastruttura tecnologica sarà a carico della Bce e delle banche centrali nazionali, sottolinea i vantaggi della nuova valuta digitale, anche per le banche, ricordando che proprio dalla partecipazione convinta degli istituti di credito dipende «il successo di questo progetto». «La liquidità – ammette – questa è una giusta preoccupazione delle banche, però ricordo che l’euro digitale è uno strumento che verrà emesso con un limite massimo alla detenzione per i sottoscrittori». Tra i vantaggi, la tutela dell’autonomia europea: «Ricordo che oggi due terzi del mercato dei pagamenti digitali è in mano a società straniere».
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