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Baby: Sconquassi r&b e calore paterno :: Le Recensioni di OndaRock

E se Prince fosse ancora vivo e stesse lavorando col nuovo guitar hero Mk.gee? Illazione ridicola, me ne rendo conto, ma l’ascolto di “Baby”, a tratti, congiura proprio tale assonanza. Facile, infatti, incuriosirsi per un mélange che, in un modo o nell’altro, abbiamo assorbito a più riprese lungo gli ultimi quattro decenni di musica. Questo perché Dijon Duenas, nato in Germania trentatré anni fa da genitori militari che l’hanno tenuto a strascico per tutta l’infanzia, è davvero una spugna curiosa, oltre al fatto che col suddetto Mk.gee lavora in tandem sin dal debutto “Absolutely” (2021).
Pitchfork ha già assegnato a “Baby” un sonoro 9, consacrandolo tra i candidati per la classifica di fine anno, una scelta che non stupisce, dal momento che questo album incapsula diverse tendenze in voga presso la critica anglofona dell’anno 2025: roboante r&b degli anni Ottanta tagliato con singhiozzante attitudine indie e una scrittura libera e impressionistica. Tra battaglie di bassi pungenti e gradasse drum machine, caotici inserti boom bap, brevi spleen melodici e testi interpretati con l’accartocciata emozione della generazione TikTok, “Baby” sembra fatto apposta per accalappiare l’utenza più giovane di Rate Your Music.

Certo, il lavoro ha carte da giocare; Prince si diceva, il nome più spendibile in situazioni come queste, ma temporalmente Dijon è più vicino ad Amp Fiddler, Bilal e soprattutto al Van Hunt dello sfortunato “Popular”, album che fondeva r&b, rock e jazz con ardore e personalità, ma non dimentichiamo l’intimismo funk di Dev Hynes e Starchild & The New Romantic né il tocco nu-r&b di Jeremih e le contorsioni digitali di How To Dress Well.
Basta per farsi un’idea? Nel dubbio, Dijon si presenta neo-padre emozionato con la title track, sobbalzando in continuazione tra sussurri e rumore, poi silenzi e confessioni rotte attraverso la cornetta del telefono. Ma già con la successiva “Another Baby!” eccolo rincarare la dose, squadrando la memoria di Jimmy Jam & Terry Lewis attraverso un testo erotico più cringe che romantico. Purtroppo, è qui che “Baby” soffre di uniformità strutturale, facendosi ascolto al contempo vago e ripetitivo, mentre le interpretazioni vocali girano attorno al solito timbro, finendo col perdersi nel mix – quando azzarda una disperazione tutta di gola su “my man”, ogni limite rimane vulnerabilmente scoperto.
Dal picchiettìo al piano elettrico di “HIGHER!” alle pulsazioni sintetiche di “Yamaha”, passando per la traballante “FIRE!”, la distorta ballata beatless “loyal & marie” e una disordinatissima “Automatic”, Dijon sterza di ritmo e dilania le strofe, facendo prendere fischi per fiaschi, ma non è mai chiaro quanto sia frutto della fantasia e quanto sia lampante carenza melodica.

Tra tentazioni lo-fi e sgargianti inserti digitali, il lavoro può dunque suonare moderno e accattivante, ma manca di un vero baricentro, soprattutto quando arrivano momenti che ne farebbero intendere l’esistenza – l’acustica “Rewind” su tutte, ma si difende anche il finale liquido di “Kindalove”, perfetto per chiudere l’ascolto con tocco onirico.
Ma Dijon l’uomo di famiglia oggi è innamorato e felice come una Pasqua, qualità che latitano nella moderna società, soprattutto tra i giovani uomini rimasti schiacciati tra le contrastanti opinioni negative della Rete, il che spiega come mai, alla fine, possa anche essere importante promuovere un album angolare e inedito come “Baby”. In questo, l’idea di giocare con gli anni Ottanta è certo intelligente, perché aiuta a creare quell’aura di fibrillante eccitazione altrimenti assente dalle sedate produzioni trap del decennio in corso. Peccato latitino ancora le cosiddette canzoni, un cruccio che si spera Dijon riesca a colmare con le prossime uscite, dal momento che il polso non gli manca – indubbia, infatti, la crescita rispetto al precedente e ancor più collagista “Absolutely”.
Resta da vedere se i figli, un giorno, riusciranno a non vergognarsi di fronte a queste storie di pancioni ed effusioni tra genitori, perché il papà non la tocca certo piano, ma stando alla foto di copertina, sembra essere comunque un tipo simpatico e molto alla mano.

21/08/2025




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