Umbria

Aziende che investono in arte e cultura crescono di più: Umbria caso emblematico


Secondo il quinto rapporto di Banca Ifis, le imprese italiane che investono in progetti culturali registrano una crescita della produttività superiore di 1,4 volte rispetto alle aziende peer del medesimo settore. Questi investimenti stimolano l’innovazione, le competenze dei dipendenti e il benessere organizzativo, con un impatto positivo anche sulle retribuzioni. Il rapporto sottolinea come cultura e arte si stiano sempre più integrando nel core business, diventando leve strategiche di crescita e valore condiviso tra impresa, comunità e territorio (Fonte: Economia della Bellezza 2024, Banca Ifis).

Questo trend ha una forte rilevanza anche per l’Umbria, regione ricca di risorse culturali e paesaggistiche, che si conferma un laboratorio ideale per valorizzare l’interazione tra economia e cultura.

Nel 2023, il sistema produttivo culturale e creativo (Spcc) dell’Umbria ha prodotto un valore aggiunto di 1,12 miliardi di euro e ha occupato 20.728 persone, è quanto è emerso dallo studio della Camera di Commercio dell’Umbria. Di queste imprese, circa 3.882 sono attive in settori culturali “core” e in attività ad alta componente creativa.

La regione si distingue inoltre per la forte incidenza della spesa turistica legata ai consumi culturali, che rappresenta tra il 75% e l’80% del totale turistico, posizionandola seconda in Italia in questa particolare classifica, secondo il ‘Rapporto Io sono cultura 2024‘.

Particolarmente significativa è la crescita registrata nel 2022-2023, con un aumento del valore aggiunto e dell’occupazione nell’ambito culturale superiore sia alla media nazionale che a quella di molte altre regioni italiane, stando ai dati ‘Istat 2025, Banca d’Italia, L’economia dell’Umbria 2025‘.

Le iniziative pubbliche umbre, come gli investimenti sulle residenze artistiche triennali, supportano la sinergia tra operatori culturali e imprese, catalizzando innovazione e coesione sociale .

L’Umbria conferma quindi quanto indicato nel rapporto Banca Ifis: l’integrazione di arte e cultura nelle strategie aziendali non è solo un valore simbolico, ma un concreto motore di sviluppo economico e competitivo, capace di rafforzare la produttività, migliorare il capitale umano e valorizzare il patrimonio territoriale.

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