Cultura

Autocamper – What Do You Do All Day?

Eccolo qui gli Autocamper di Manchester che arrivano al disco d’esordio, il tanto atteso (almeno da noi di IFB) “What Do You Do All Day?”.

Credit: Bandcamp

Il jangle pop anni ’80 del nostro quartetto è frizzante, ritmicamente coinvolgente e ricco di melodie convincenti, ma c’è anche un gusto che sembra arrivare dritto dagli anni ’60, con deliziosi sprazzi di indie-folk (“Red Flowers”): sta di fatto che i paragoni che ho letto con Vaselines e Pastels sono tutt’altro che campati in aria (tra l’altro notare che il disco è stato registraro a Glasgow, aspetto tutt’altro che secondario!). L’aspetto DIY dei primi brani si stempera e tutto diventa musicalmente più carico.

Piace il loro motto: “not twee, not anorak, not lucky, just pop“, che è nello stesso tempo dichiarazione d’indipendenza ma anche voglia di affermare una personalità che emerge chiara, anche se quello che ci troviamo fra le mani è un esordio. Pop è quello che promettono e ottimo pop è quello che offronto!

Le chitarre la fanno da padrone, certo, ma vi assicuriamo che alla fine è la combinazione di tutti gli elementi che risulta vincente. Pensiamo a quanto contano le tastiere in questo sound, fondamentali per determinare la linea melodica, così come il lavoro ritmico, instancabile motore che infonde brio, dinamicità e vivacità costante.

“Again” è biglietto da visita emozionante e totalmente indicativo, perché ci troviamo di fronte a tutto quello che la band può mettere in campo. Partenza fragorosa, melodia subito esplosiva, il cantato classico e coinvolgente di Jack Harkins e quella chitarra che mette subito le cose in chiaro. Se parti così la strada non può che essere in discesa. Cercate subito il colpo da KO? Beh, passate immediatamente a “Proper”, con un taglio che sembra uscire da un 7″ di casa Sarah Records: da ascoltare a ripetizione.

Ma non aspettatevi solo momenti briosi, perché i ragazzi sanno essere avvincenti anche quando i ritmi calano, basti pensare a una perla riflessiva come “Somehow”, bella, bellissima, con l’organetto in totale evidenza e linee vocali che ci portano in paradiso.

I simpatici Autocamper vincono alla grande questa partita, equilibrando alla perfezione quella nostalgia per il C86 con una freschezza e una leggerezza invidiabile che conquista fin dal primo ascolto. Non iventano nulla, certo, pagano tributi evidenti, certo, ma, ripeto…pop ci avevano promesso e ottimo pop è quello che, in questo disco, ci hanno offerto.


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