Auto elettriche: perché gli italiani non si fidano ancora?
Nonostante si parli sempre più spesso di sostenibilità e transizione ecologica, il rapporto tra gli italiani e l’auto elettrica continua a essere piuttosto complicato. I dati della nuova instant survey condotta da Areté, società di consulenza strategica, lo confermano: i prezzi troppo elevati, i dubbi sull’autonomia e la rete di ricarica ancora giudicata insufficiente restano i principali ostacoli alla diffusione dei veicoli alla spina.
Il nodo principale è economico. La maggior parte degli italiani non è disposta a spendere cifre elevate per acquistare un’elettrica: il 67% degli intervistati fissa il proprio budget sotto i 30mila euro, percentuale che sale all’81% se si considera un tetto massimo di 40mila euro. Ma la realtà del mercato dice altro, con listini che spesso superano quelle soglie. Non sorprende quindi che il 47% dichiari di non aver mai preso in considerazione l’acquisto di un’auto elettrica proprio per i prezzi troppo alti, un dato in forte crescita rispetto al 2023. Seguono, tra le motivazioni principali, le difficoltà legate alla ricarica (indicate dal 26%) e la percezione di un’autonomia ancora troppo limitata (18%).
A confermare la diffidenza c’è anche il fatto che sei italiani su dieci non hanno mai guidato un’auto elettrica. Un’esperienza diretta potrebbe forse cambiare le cose, ma per il momento la distanza resta. Solo il 34% di chi ha richiesto un preventivo ha poi effettivamente concluso l’acquisto. In questo scenario incerto, l’ibrido si conferma la scelta preferita: alla domanda su quale alimentazione si sceglierebbe oggi per una nuova auto, il 41% degli intervistati ha indicato proprio l’ibrido, seguito dal 27% che ha scelto l’elettrico — una quota rimasta stabile rispetto al 2023 ma in calo netto rispetto al 38% del 2022.
A rendere il quadro ancora più complesso è un generale arretramento della fiducia nelle grandi trasformazioni della mobilità. Oggi solo il 30% degli italiani crede in un futuro dove si passerà dal possesso all’uso condiviso del veicolo, e anche l’ottimismo verso la guida autonoma e gli acquisti completamente digitali sembra in calo. Perfino la fiducia nel futuro elettrico del parco auto nazionale è diminuita: dal 63% dello scorso anno si è passati al 53% attuale.
“La nostra indagine mostra un consumatore sempre più confuso e disorientato”, ha spiegato Massimo Ghenzer, presidente di Areté. “L’alternativa elettrica non convince, soprattutto per ragioni economiche, ma anche per i limiti legati all’autonomia e alla rete di ricarica. In questo contesto l’ibrido si conferma, almeno per ora, la scelta più concreta. Senza interventi forti per stimolare la domanda o un abbassamento dei prezzi dei modelli elettrici, sarà difficile vedere nei prossimi anni una crescita significativa della loro diffusione”.
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