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Auto elettriche, la transizione BEV secondo JATO Dynamics

La transizione globale verso i veicoli elettrici a batteria (BEV) è in pieno corso, ma non procede ovunque alla stessa velocità. Le differenze tra le regioni del mondo stanno diventando sempre più marcate, guidate da scelte politiche, tecnologiche, industriali e culturali molto diverse. Secondo il recente rapporto di JATO Dynamics, sebbene l’obiettivo sia comune – ridurre le emissioni e abbandonare gradualmente i motori a combustione interna – le strade intraprese per arrivarci sono numerose e spesso divergenti.

Nel primo trimestre del 2025, i BEV hanno raggiunto una quota del 14,5% sul totale delle immatricolazioni mondiali. Si tratta di un aumento costante nel tempo, che corrisponde al declino dei veicoli a motore termico, i quali hanno perso ben 34,4 punti percentuali di mercato dal 2019. Dietro questa crescita non c’è solo la maggiore attenzione ambientale dei consumatori, ma soprattutto l’effetto combinato di normative sempre più severe e incentivi economici. Detrazioni fiscali, sussidi all’acquisto e agevolazioni per la circolazione nelle aree urbane rendono oggi le auto elettriche sempre più accessibili.

A dominare la scena è la Cina, con il 57% delle immatricolazioni globali di BEV nei primi tre mesi del 2025. Molto distaccata, l’Europa allargata segue con il 22%, mentre gli Stati Uniti si fermano al 12%. Tutti gli altri Paesi, considerati singolarmente, non superano il 2%, tra cui l’India, la Corea del Sud e la Turchia.

Questa sproporzione è legata a molti fattori, tra cui anche la diversa struttura dei prezzi. In Cina, il divario tra i prezzi di listino dei BEV e quelli dei veicoli a combustione si è ridotto di circa il 15% negli ultimi sei anni. In alcuni casi, i BEV sono addirittura più economici. In Germania e negli Stati Uniti, invece, i prezzi di entrambe le tecnologie sono aumentati, mantenendo un divario ancora significativo, seppur in calo.

Una delle ragioni chiave del successo cinese è l’adozione massiccia delle batterie al litio-ferro-fosfato (LFP), che nel 2024 hanno alimentato circa il 75% dei BEV immatricolati nel Paese. Queste batterie permettono di contenere i costi, ma offrono un’autonomia minore rispetto ad altre tecnologie, un limite meno rilevante per il mercato cinese ma cruciale per i consumatori occidentali, dove il timore di rimanere senza carica – la cosiddetta “range anxiety” – è ancora molto presente. Per questo, negli Stati Uniti e in Germania, i produttori si concentrano sempre più su modelli capaci di garantire autonomie elevate e tempi di ricarica ridotti. Se da un lato tutti i principali mercati stanno migliorando i tempi di ricarica, le priorità restano diverse: in Occidente si punta ad arrivare sotto l’ora, mentre in Cina il tempo medio resta ancora sopra questa soglia.

Il quadro globale evidenzia tre grandi approcci alla mobilità elettrica. La Cina punta su volumi, costi contenuti e un forte sostegno politico-industriale, riuscendo così a scalare rapidamente e conquistare quote di mercato. Gli Stati Uniti, pur mantenendo una presenza importante nel settore BEV, stanno attraversando una fase di riflessione strategica, rallentati dalle incertezze infrastrutturali e dai cambiamenti normativi. L’Europa, invece, appare in bilico: se da un lato continua a promuovere l’elettrificazione, dall’altro il dibattito sullo stop ai motori termici dal 2035 ha sollevato interrogativi sulla sostenibilità economica e industriale del percorso intrapreso.

Una cosa però è ormai certa: mentre la Cina detta il ritmo puntando su accessibilità e produzione su larga scala, l’Occidente si concentra su prestazioni, autonomia e qualità tecnologica.


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