Aumenta l’età pensionabile, anzi no: l’Inps ci ripensa
Aumenta l’età pensionabile, anzi no: l’Inps ci ripensa
La Voce di Venezia
Importanti novità bollono nella pentola pensionistica. L’INPS ha fatto marcia indietro, eliminando dalle sue simulazioni gli ipotetici aumenti dell’età per il pensionamento e dei contributi necessari per accedere alla pensione anticipata, previsti inizialmente a partire dal 2027. La decisione è stata presa in seguito alle pressioni dei sindacati, in particolare della CGIL, che avevano denunciato un aumento imprevisto e ingiustificato di tre mesi dal 2027 e ulteriori due mesi dal 2029.
L’INPS, a questo punto, ha rivisto i propri applicativi, ripristinando le tabelle basate sulle regole attuali. Al momento, l’accesso alla pensione rimane invariato: 67 anni di età o 42 anni e 10 mesi di contributi, indipendentemente dall’età, almeno fino al 2028.
La questione aveva generato preoccupazione e acceso il dibattito politico, poiché non sono ancora disponibili dati ufficiali aggiornati dell’Istat sull’aspettativa di vita per il biennio 2023-2024. Questi dati, che verranno pubblicati in primavera, rappresentano un elemento chiave per eventuali modifiche dei requisiti pensionistici. Inoltre, un aumento dell’aspettativa di vita non comporterebbe necessariamente una revisione automatica dell’età pensionabile.
Sul tema, il sottosegretario al Lavoro Claudio Durigon ha rassicurato: “La Lega si opporrà con forza a qualsiasi incremento dei requisiti”. Anche Forza Italia, attraverso il portavoce Raffaele Nevi, ha sottolineato che sarà la politica, e non la tecnica, a prendere decisioni in merito: “Discuteremo in maggioranza e sceglieremo ciò che è meglio per i cittadini”.
Le opposizioni, dal PD al M5S fino a Italia Viva, parlano di una gestione confusa e denunciano una mancanza di trasparenza a scapito dei lavoratori. I sindacati, dal canto loro, chiedono un confronto urgente con il governo.
Secondo le previsioni attuali, l’età di pensionamento dovrebbe rimanere ferma a 67 anni almeno fino al 2028, come evidenziato dall’ultimo rapporto della Ragioneria generale dello Stato. Tuttavia, il presidente dell’Istat, Francesco Maria Chelli, aveva preannunciato nei mesi scorsi un possibile incremento dell’aspettativa di vita, con un adeguamento graduale dell’età pensionabile fino a 69 anni e 6 mesi entro il 2051.
Per il responsabile delle politiche previdenziali della CGIL, Ezio Cigna, l’accaduto rimane grave: “Non è accettabile proporre simulazioni basate su regole non ancora definite. Dopo ore di stop, gli applicativi sono stati corretti e ora riflettono le normative attuali”. Un episodio, conclude Cigna, che lascia molti interrogativi sulla gestione del sistema previdenziale.
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