Attivista italiana arrestata in Guinea Bissau: “Gli avvocati non riescono a parlarle”

La scorsa settimana è stata arrestata l’attivista italiana Valentina Cirelli a Varela, località balneare della Guinea Bissau. La donna, imprenditrice del settore alberghiero e presidente dell’associazione ambientalista Tchon Tchomano, è stata fermata dalle autorità locali insieme a quindici persone. Secondo quanto riportato dall’Adnkronos, la vicenda risale al 18 aprile, quando otto soldati della Guardia nazionale della Guinea Bissau hanno fermato il gruppo dopo un incendio alle strutture di un progetto di sfruttamento delle sabbie pesanti di Nihinquin. In base alle prime informazioni disponibili, l’attivista non riesce ad avere contatti con i suoi avvocati.
Di padre italiano e madre guineana, la Cirelli in un primo momento ha rifiutato di parlare con il comandante, spiegando che stava lavorando. In un secondo momento, però, l’attivista è stata costretta a seguire i militari. Solo in quel frangente è stata informata del trasferimento a Ingorè per essere formalmente trattenuta e ascoltata dalla Procura. Dopo aver trascorso la notte lì, è stata trasferita in un’altra cella, quella della seconda stazione di polizia di Bissau. Domenica la donna è stata raggiunta dall’avvocato e da un amico per dieci minuti, successivamente le è stato concesso di telefonare brevemente al padre. Il console onorario italiano ha avuto la possibilità di farle visita per un’ora, mentre gli avvocati no: la polizia non ha permesso ai difensori di contattarla a causa di “ordini superiori”.
Un’amica portoghese dell’attivista italiana ha spiegato al giornale Jornal de Noticias che “Valentina è nota per il suo amore per Varela e per il suo contributo alla comunità attraverso un progetto di turismo sostenibile radicato nella cultura locale. Dopo alcune manifestazioni pacifiche di persone scontente dell’operato di un’azienda mineraria cinese, che ha causato gravi danni ambientali e sociali nella regione, si sono verificati isolati atti di vandalismo, che però sono avvenuti senza il coinvolgimento diretto di Valentina”. La donna ha aggiunto che poi la Cirelli – residente da circa 20 anni in Guinea Bissau – è stata arrestata dalle autorità di Ingoré “per il solo fatto di essere una figura attiva e un leader della comunità”: “Un chiaro tentativo di mettere a tacere chi difende la terra, il popolo e i diritti umani. Non possiamo rimanere in silenzio”.
La Farnesina ha reso noto che l’ambasciata d’Italia a Dakar e il corrispondente consolare a Bissau stanno seguendo la vicenda con la massima attenzione e si mantengono in contatto con l’attivista. L’ambasciata ha contattato le autorità della Guinea Bissau per ottenere informazioni sullo status della donna e per chiedere che le vengano garantiti i diritti.
Secondo quanto emerso, la donna sarebbe accusata di aver preso parte a delle manifestazioni con atti vandalici ai danni di una società cinese, titolare di una concessione per lo sfruttamento del suolo per l’estrazione di minerali. Per il momento permane in stato di arresto ma ancora non le è stato contestato alcun reato.
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