Politica

“Attenzione, se avete prenotato una vacanza in Turchia verificate bene: 400 hotel hanno chiuso per la nuova legge”: ecco cosa sta succedendo

4000 alberghi chiusi in Turchia. Ad annunciarlo, il 12 giugno, è il magazine belga on line 7sur7, che si è basato su un articolo di fine maggio del quotidiano turco BirGün. A causa di una nuova legge, 4000 hotel sono stati costretti a chiudere i battenti: con le vacanze alle porte e le numerose prenotazioni già effettuate, la stagione sembra proprio partire male. La buona notizia è che a breve termine riapriranno 200 strutture, ma non è chiaro cosa ne sarà delle altre, fatte chiudere a maggio dal ministero turco della cultura e del turismo per problemi di conformità, in quanto prive del “tourism management certificate”. Ma andiamo con ordine e proviamo a capire cosa sta succedendo.

Tempi lunghi
Fino a qualche anno fa, per ottenere una licenza gli alberghi dovevano semplicemente rivolgersi al comune. In seguito a un emendamento del 2021, le strutture sono invece obbligate ad avere un certificato che dimostri il rispetto delle norme nazionali per l’accoglienza turistica, ottenibile dopo un’ispezione. Al momento gli ispettori, memori del disastroso incendio che a inizio anno ha causato 76 morti nella località sciistica di Kartalkaya, si stanno incentrando proprio sulle norme antincendio, il che è certamente lodevolissimo. Ma, come denuncia il quotidiano turco, purtroppo le ispezioni sono lentissime a causa di una carenza di personale. Così in attesa di una risposta dalle autorità, molti alberghi hanno perso la certificazione. Il ricorso alle vie legali è possibile, grazie a una sentenza della Corte Costituzionale che lo scorso ottobre bollò il certificato come “contrario alla libera impresa”. Ci vuole comunque un bel po’ di tempo per arrivare a una sentenza. Intanto il settore turistico va a rotoli.

Settore in difficoltà
Serdar Karcılıoğlu, presidente onorario dell’Associazione dei direttori alberghieri professionisti di Bodrum, molto critico nei confronti della decisione ministeriale, ha dichiarato a BirGün; “Solo 200 dei 4000 hotel attualmente chiusi potranno essere riaperti dopo aver ricevuto il certificato. Altri, o apriranno illegalmente o rimarranno chiusi”. Comunque vada, il presidente ritiene la stagione persa. La situazione mette seriamente in difficoltà il settore turistico, che è una voce importante del PIL turco e, secondo le previsioni, è destinato ancora a crescere. Come riportato dal quotidiano turco, Abide Gülel Saral, avvocato ed esperto di investimenti internazionali, ha commentato: ‘Ogni hotel che non apre significa una perdita di impieghi e di valuta estera. La speranza che la crisi economica sia alleviata dal turismo è crollata completamente”.

E i turisti?
Ovviamente a rimetterci sono anche loro. Per la legge turca, riporta BirGün, un albergo che viene chiuso non è obbligato a risarcire i clienti. Per le prenotazioni avvenute tramite agenzia il rischio non c’è: intanto l’albergo senza licenza non compare nell’elenco, e in ogni caso spetta a quest’ultima trovare un posto in una struttura di pari livello e offerta. Se invece la prenotazione è stata effettuata direttamente sul sito dell’albergo, via mail o per telefono, è il cliente a doversi informare per non trovare sorprese all’arrivo. BirGün consiglia di verificare se il sito di prenotazione dell’hotel è funzionante e di domandare alla struttura se possiede il “tourism business certificate”. Raccomanda anche di richiedere la conferma scritta e di conservarla. Ma per qualcuno potrebbe essere già tardi. Secondo la piattaforma di viaggi Travel and Tour World, riporta 7sur7, molti ignari turisti hanno già fatto la tragica scoperta una volta giunti davanti all’albergo. Non solo hanno dovuto trovare su due piedi un altro alloggio, ma si sono dovuti anche sobbarcare da capo le spese per il soggiorno. Non esattamente la vacanza dei sogni.


Source link

articoli Correlati

Back to top button
Translate »