Attentato incendiario: intervista all’amministratrice Palladino
BRINDISI – “Questo messaggio stranamente arriva una settimana dopo l’approvazione del piano di risanamento della società e pochi giorni dopo l’approvazione del ripiano delle perdite, da parte del consiglio comunale. Questo lascia qualche inquietudine”. Senza troppi giri di parole, l’amministratrice della Brindisi Multiservizi, l’avvocato Rossana Palladino, lascia intendere che potrebbe esserci un collegamento fra l’attentato incendiario subito la scorsa notte e il suo impegno al timone della società in house del Comune di Brindisi.
“Il rumore di un finestrino rotto, un sibilo e poi l’incendio”
La Ford Eco Sport della manager è stata distrutta da un incendio appiccato intorno alla mezzanotte fra venerdì 8 e sabato 9 agosto. Il mezzo era parcheggiato in via Romolo, davanti all’abitazione della professionista. I vigili del fuoco non hanno trovato inneschi, ma si nutrono davvero pochi dubbi sulla natura dolosa del rogo. La manager, contattata da BrindisiReport dopo una giornata lunga e impegnativa, spiega che le fiamme sono state immediatamente precedute dal rumore di un finestrino rotto, seguito da un sibilo simile a quello prodotto dai fornellini da campo. “Quando ci siamo affacciati – spiega Palladino – il fuoco è divampato all’interno dell’abitacolo. Non era qualcosa di lento”.

Situazioni anomale denunciate in Procura
Sull’episodio indagano i carabinieri della compagnia di Brindisi. I militari sono al lavoro per risalire agli autori e al movente del gesto. Non appena si è diffusa la notizia, il pensiero è andato, in automatico, alla Multiservizi. Palladino si è insediata alla guida della partecipata alla fine di ottobre 2024. A gennaio ha attivato la procedura di composizione negoziata della crisi. Martedì scorso (5 agosto) il consiglio comunale ha dato il via libera a una ricapitalizzazione da 5,5 milioni di euro: passo fondamentale per ripianare le perdite. Ma i veleni non sono mancati.
Poche settimane prima della presentazione del piano di risanamento, Palladino, ascoltata in sede di conferenza dei capigruppo, aveva rivelato una serie di gravi anomalie nell’ambito della partecipata, sulle quali la Procura ha avviato un’inchiesta. L’amministratrice, in particolare, ha denunciato la presenza di un amministratore occulto, al momento del suo insediamento. Poi ha parlato di lavoratori che godrebbero di coperture politiche e di dipendenti messi ai margini, dopo aver denunciato delle opacità. Adesso, il grave atto intimidatorio, a pochi giorni dall’approvazione del piano di risanamento.
“C’erano parecchi interessi intorno alla Bms”
Palladino parla di un “clima molto feroce e molto violento in questi ultimi mesi, ma soprattutto nelle ultime settimane, dopo il passaggio in consiglio comunale, che non è stato facile”. “Questa operazione si è capito che non era condivisa da tanti. Non posso escludere che qualcuno si aspettasse il fallimento della Bms. Non ho in mente – dichiara Palladino – nessuno in particolare, in questo momento. Posso ipotizzare che ci sono abbastanza persone che potrebbero non essere d’accordo su questo progetto. Penso a qualche dipendente che è stato attinto da procedimenti disciplinari particolarmente gravi, fino al licenziamento”.
“Penso anche a un mondo di affari o di politica – prosegue Palladino – che voleva il fallimento della società. Non è un mistero per nessuno che c’erano parecchi interessi intorno alla Multiservizi, perché lo spacchettamento avrebbe favorito aste private. Ma questa sarebbe stata una cosa drastica anche per i dipendenti, perché sappiamo bene che nessuno di essi sarebbe stato assorbito da eventuali altre società che avessero preso i servizi che oggi svolge la Bms. Il danno sarebbe stato clamoroso”.

“Nemici? Soprattutto all’esterno della Bms”
Alla domanda se ritiene di essersi fatta dei nemici, all’interno o all’esterno della partecipata, Palladino risponde: “Io penso soprattutto all’esterno”. “Nell’azienda – spiega l’amministratrice – oggi c’è un clima molto sereno e collaborativo, da parte di quasi tutti i lavoratori”. “Sì – ammette l’avvocato – c’è una piccola frangia che ancora resiste, che ancora è legata a vecchie dinamiche, a vecchie modalità di gestione. Diciamo che nei primi mesi, da ottobre a dicembre, c’è stata una resistenza. Ma oggi la maggior parte dei dipendenti è al mio fianco. Vuole riscattarsi. Io non vedo tanti pericoli dentro, quanto fuori, ma non relativi alla mia persona. Si aspettava, secondo me, che il progetto fallisse”.
“Bms deve dimostrare di meritarsi questa chance”
Il piano di risanamento, ad ogni modo, andrà avanti. “Non indietreggeremo – assicura Palladino – di un millimetro. Anche perché sono arrivati i soldi e bisogna garantire il pagamento degli stipendi di luglio e la 14esima, che ancora non siamo riusciti a garantire, perché il passaggio è stato complesso, dedicato. Adesso la società deve dimostrare di meritarsi questa chance che le è stata data. Oggi ho ricevuto decine e decine di comunicazioni da parte dei dipendenti, che sono quasi più motivati di ieri, a dimostrare alla città che si vogliono giocare questa opportunità. Non li lascerò da soli”.
“Questo piano deve diventare il piano di tutti”
Oltre agli attestati di solidarietà dei lavoratori, Palladino ha ricevuto una marea di messaggi di sostegno dal mondo della politica, delle istituzioni e dei sindacati. “Ho ricevuto da pochi minuti – afferma Palladino – una lettera dal vescovo. Le manifestazioni di solidarietà sono state notevoli. Da destra e da sinistra. Questo mi ha fatto piacere. Certo, alcuni li vedo un po’ fuori luogo, visti i toni del consiglio comunale, però li accettiamo. Spero che questo possa essere un momento in cui si trova una condivisione trasversale”.
“Magari – si auspica l’amministratrice – questo episodio può portare a riflettere che questo piano deve diventare il piano di tutti, per la collettività, perché la Brindisi Multiservizi appartiene alla città di Brindisi. Tutti dovrebbero avere interesse a farla rifiorire, a farla diventare una società seria, autorevole. Si è mosso un mondo intorno a questo episodio. Vorrei che questo significasse non muoversi per l’avvocato Palladino, ma muoversi perché si capisce finalmente che il progetto è importante e tutti dobbiamo fare la nostra parte per supportarlo. La speranza insomma – conclude l’avvocato – è che un gesto così vigliacco e cattivo possa generare, per la città, qualcosa di positivo”.
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