ASUS Vivobook S 15 recensione: Snapdragon X Elite è il futuro di Windows on ARM?
Microsoft e Qualcomm provano a rilanciare ARM su Windows con l’aiuto di tanti partner, tra i quali ASUS. Scopriamo quindi il nuovo Vivobook S 15, uno dei primi Copilot PC, nonché uno dei primi con il processore Snapdragon X Elite. Riuscirà l’hardware a essere all’altezza del software stavolta (o il contrario)?
Costruzione
Vivobook S 15 non sarà uno Zenbook (e fin qui era ovvio), ma cerca comunque di non sfigurare. Design moderno, profilo sottile, un buon numero di porte, e anche un buon bilanciamento del peso, che consente di aprirlo agevolmente con un dito solo.
Realizzato con un telaio in lega di magnesio, il laptop è abbastanza leggero (1.478 grammi sulla nostra bilancia) e spesso un centimetro e mezzo.
La cornice in plastica attorno allo schermo (comunque piuttosto sottile, soprattutto ai lati) e una rigidità generale che un po’ lascia a desiderare sono i due punti deboli principali, che però solo in parte si ripercuotono sull’esperienza d’uso.
Il Vivobook S 15 include una tastiera con tastierino numerico su 3 colonne, con i tasti solo lievemente più piccoli rispetto alle lettere, per massimizzare lo spazio disponibile. Il touchpad è decentrato, come se ignorasse la presenza del tastierino: esteticamente forse non sarà il massimo, ma dal punto di vista dell’usabilità è la scelta migliore.
Il notebook è anche sopravvissuto ai test MIL-STD 810H, una garanzia in più di resistenza e durata nel tempo, che fa perdonare le piccole leggerezze di cui abbiamo discusso.
Nota di merito per la cerniera che si flette fino a 180 gradi, consentendo di posizionare lo schermo in modo completamente piatto, facilitando la collaborazione e la condivisione con colleghi o amici.
Tastiera e touchpad
La tastiera del Vivobook S 15 è comoda, con tasti squadrati con una corsa di 1,4 mm e un meccanismo a forbice. La digitazione è precisa, anche se la forma dei tasti non è il massimo in quanto a ergonomia, ma in compenso il feedback percepito sulla punta delle dita non è ben marcato.
Il tastierino numerico è un pelo sacrificato, ma non troppo, e chiunque faccia uso intenso di fogli di calcolo lo gradirà, mentre gli altri potranno quasi scordarsi della sua esistenza. Peccato però per il tasto invio su singola linea con la ù al di sopra, una divergenza rispetto al layout ITA standard che richiede un po’ di abitudine.
Buona la retroilluminazione RGB a zona singola, regolabile su tre livelli, anche se il colore azzurro non è esattamente quello che avremmo scelto noi, perché si amalgama un po’ troppo con il grigio dei tasti, complici le lettere scritte in modo piuttosto fine. Per comodità è anche possibile impostare il suo avvio/spegnimento automatici, sebbene sia presente anche un tasto dedicato (F4) alla retroilluminazione.
Il touchpad è ampio e preciso, senza alcun gioco prima del clic. La posizione è ottimale per l’uso prolungato e i gesti multitouch, come lo zoom, lo scorrimento e il pinch-to-zoom, vengono riconosciuti correttamente. Dal software ASUS potete aggiungere dei gesti smart in più oltre a quelli di Windows, ad esempio per regolare il volume, la luminosità, o la timeline di un video. Il clic è forse un pelo troppo morbido e “rumoroso”, ma a parte questo non c’è nulla di cui lamentarsi.
Scheda Tecnica
ASUS Vivobook S 15 (S5507) è disponibile nella seguente configurazione.
- Schermo: OLED 15,6” 3K (2.880 x 1.620 pixel), refresh fino a 120Hz OLED, luminosità 600 nit, 100% DCI-P3, VESA DisplayHDR True Black 600, TÜV Rheinland per la protezione degli occhi, non touch
- CPU: Qualcomm Snapdragon X Elite – X1E78100
- RAM: 16 GB LPDDR5X 7467 MHz
- Archiviazione: 1 TB SSDI M.2 NVMe PCIe 4.0
- Webcam: full HD con fotocamera IR per il riconoscimento del volto
- Connettività: Wi-Fi 6E, Bluetooth 5.0
- Porte: 2x USB 3.2 Gen 1 Type-A, 2x USB-C 4.0 Gen 3, HDMI 2.1, microSD, jack audio combo
- Batteria: 70 Wh
- Peso: 1,42 Kg
- OS: Windows 11 Home
Lasciando un attimo da parte il processore di Qualcomm, del quale parleremo più in dettaglio a breve, Vivobook S 15 ha tutte le carte in regola. Troviamo infatti un ampio numero (e varietà) di porte, tutta la memoria che occorre, e un godibilissimo schermo OLED.
Volendo essere pignoli manca un lettore di impronte digitali e il Bluetooth non è certo l’ultima versione, ma sul resto c’è poco da dire.
La batteria è discretamente capiente, e coniuga bene le esigenze di autonomia e leggerezza.
Anche l’audio non è trascurato, grazie agli altoparlanti certificati Harman Kardon con supporto Dolby Atmos. Mancano ancora più bassi del dovuto e il volume massimo non è troppo alto, ma in compenso il suono è chiaro e coinvolgente.
Schermo
L’ASUS Vivobook S 15 vanta un display OLED da 15,6 pollici che rappresenta uno dei suoi fiori all’occhiello.
Si tratta infatti di un pannello a risoluzione 3K (2.880 x 1.620 pixel) in 16:9 (peccato, ormai ci stiamo abituando a 16:10 o rapporti di forma ancor più squadrati) con un refresh rate di 120 Hz (variabile, anche se Windows ancora non gestisce benissimo la cosa).
Sono presenti tutte le classiche opzioni software da parte di ASUS per la prevenzione del burn-in, e anche per la gestione del colore. È lecito aspettarsi neri profondi, colori vivaci e con un’ampia gamma cromatica, e un buon intervallo dinamico.
La luminosità di 600 nit è un altro punto a suo favore, e consente di vedere bene in quasi ogni situazione, anche se la finitura lucida un po’ accentua i riflessi e nelle situazioni più difficili la retroilluminazione non è sufficiente a eliminarli del tutto.
Durante la visione di contenuti in HDR poi i limiti di luminosità diventano più evidenti, e per quanto la visione sia generalmente buona, non può essere paragonata a quella di un buon televisore.
Si tratta comunque di uno schermo che dà soddisfazione su un portatile del genere, sia per i professionisti che necessitino buona calibrazione e una resa fedele, sia per chi ami svagarsi. Peccato solo non aver potuto sfruttare tutti i nostri strumenti di rilevazione a causa del software, ma di quello parleremo poi.
Benchmark e prestazioni
E veniamo al piatto forte: le prestazioni del processore Snapdragon X Elite, l’elemento di punta del rinnovato sforzo di Qualcomm e Microsoft per Windows on ARM.
Iniziamo dalle buone notizie. Le performance ci sono, anche in abbondanza. Cinebench 2024 fa registrare 1.050 punti in multi-core, costanti. Questo significa non solo che con multiple ripetizioni del benchmark il valore più o meno non cambia, ma anche che i numeri rimangono gli stessi a batteria. Detta altrimenti: non ci sono cali di prestazioni qualora scollegassimo l’alimentatore, cosa che invece non si può dire di tanti sistemi x86, dove le performance possono variare molto.
Per di più 1.050 è un punteggio molto alto, in linea con un M2 Pro, giusto per iniziare il parallelo con gli Apple Silicon, che è praticamente telecomandato. Rimanendo in ambito Intel, per superare (di poco) questo valore ci vuole un i9-13900H, giusto per sottolineare che siamo nella fascia alta del mercato in quanto a potenza di calcolo.
Prima di andare avanti chiariamo però due cose, forse banali. La prima: testare i nuovi processori Qualcomm non è facile. Mancano non solo i test necessari per farlo (molti dei benchmark che solitamente usiamo o non girano, o non danno risultati affidabili, restringendo parecchio le prove oggettive da fare) ma anche gli strumenti utili a monitorare lo stato del sistema (anche in questo caso per un fatto di compatibilità).
La seconda: un singolo benchmark non può certo dirci tutto, ma ne stiamo parlando perché è quello maggiormente esemplificativo (tra i pochi funzionanti) del comportamento generale della macchina.
Paradossalmente le maggiori informazioni (sempre che siano affidabili) ce le dà l’app MyASUS, secondo la quale, sotto carico massimo, il processore non supera i 70°. Di per sé non sarebbe nemmeno un valore malvagio (tenete comunque conto che i processori ARM non vanno su di temperatura come gli x86), ma fatto sta che per raffreddarlo è comunque necessario un sistema di raffreddamento “standard” (2 ventole a 6.700 giri e relativa heat pipe sulla CPU), laddove sui MacBook Pro siamo ormai da tempo abituati a ventole che quasi non si sentono.
E questo ci porta a un’ulteriore considerazione. Il punteggio di cui sopra, per quanto encomiabile, è stato raggiunto con un “livello di sforzo” paragonabile a quello di un Intel / AMD di pari livello. Se non ci avessero detto che dentro al Vivobook c’è un processore Qualcomm non lo avremmo certo indovinato.
Il comportamento (e la rumorosità) delle ventole e le temperature superficiali (oltre all’ampio getto d’aria calda posteriore) sono assolutamente paragonabili a quelli di sistemi x86. Nella stessa situazione, la ventola di un MacBook Pro è a malapena udibile, e superficialmente la temperatura è di almeno 4-5° inferiore.
Un altro elemento che rafforza questa idea di performance per Watt non certo ideali (laddove con gli Apple Silicon sono un autentico fiore all’occhiello) è la potenza richiesta. In questa modalità ad alte prestazioni la batteria del Vivobook S 15 si scarica a vista d’occhio, segno di un consumo molto elevato.
A questo punto dobbiamo però specificare una cosa importante. ASUS prevede 4 modalità di gestione delle ventole (e quindi delle prestazioni) e finora ci siamo occupati di quella a massime performance. Passando direttamente a quella “sussurro”, che praticamente spegne le ventole, ecco che Cinebench cala a 750 punti, ottenuti però con estrema silenziosità e temperature decisamente più basse (7-8 gradi in meno).
Per quanto siano quasi un 30% in meno, 750 punti continuano a essere un ottimo valore, superiore al massimo ottenibile da tanti sistemi x86 anche moderni. In questo momento sto testando un Core Ultra 7 155H che al massimo delle prestazioni arriva a 710 punti, tanto per dare un metro di paragone.
La buona notizia è insomma che potete usarlo in modalità silenziosa senza per questo rinunciare a prestazioni più che abbondanti per ogni uso comune, e anche per qualcosa di più.
Lo Snapdragon X Elite è insomma sì un processore potente, anche molto potente. A parità di consumi non è però così performante come un moderno Apple Silicon, e questo si ripercuote negativamente su autonomia e rumorosità del sistema, quando vogliamo sfruttarlo al massimo.
C’è poi il piccolo fastidio di dovere di volta in volta scegliere manualmente, tra le 4 modalità della ventola, quella più adatta a ogni situazione, consci che prestazioni, autonomia, e silenziosità sono un trinomio che non è possibile coniugare bene come con i sistemi di Apple.
Ci sarebbe poi un discorso a parte da fare sulle prestazioni della GPU, che tendenzialmente sono anche molto buone, ma difficili da misurare e soprattutto con una quantità di giochi disponibili limitata. Di certo chi si avvicina a una macchina di questo tipo non lo fa per il gaming, anche perché, al contrario di altre soluzioni dove puoi contare su una grafica discreta, qui non è a prescindere possibile appoggiarsi sulle moderne GPU di NVIDIA o AMD.
Esperienza d’uso
Vivobook S 15 è un notebook affascinante. Del resto si tratta di uno dei capostipiti di una nuova generazione di prodotti, che vorrebbero rilanciare Windows on ARM, quindi difficilmente poteva essere altrimenti.
Da una parte abbiamo dei passi avanti netti rispetto al passato. Come abbiamo appena visto, i nuovi processori di Qualcomm sono veloci, anche molto veloci, e non fanno certo rimpiangere il cambio di architettura. Purtroppo però questo cambio è quasi impercettibile in apparenza.
Quando le performance vanno su, le ventole fanno altrettanto, e viceversa, esattamente come siamo stati abituati nei sistemi x86. Su smartphone e tablet, per non parlare dei Mac, siamo invece abituati ad avere processori ARM velocissimi e anche silenziosi.
Per fortuna questo discorso non vale per tutto. L’accensione e il risveglio dallo standby, ad esempio, sono quasi istantanei, e hanno quell’immediatezza che ritroviamo appunto sui dispositivi mobili. Chi non stia lì a spaccare il capello sulle performance gradirà poi molto la modalità sussurro, che come già accennato è l’unica che consente di avere un’esperienza silenziosa, e che nel nostro uso è stata quasi sempre la scelta predefinita.
Un capitolo a parte andrebbe aperto sulle funzioni Copilot+. Si tratta infatti di uno dei primi portatili di questo tipo (per saperne di più sui PC Copilot+ potete leggere il nostro approfondimento), con tanto di pulsante dedicato a richiamare l’assistente di Microsoft, ma sinceramente, almeno per ora, stentiamo a trovarlo rivoluzionario nell’uso quotidiano.
Chi già utilizzi altri software di IA generativa probabilmente continuerà a farlo; il vantaggio di Microsoft è di avere tutto integrato a livello di sistema operativo, con funzioni che vanno dal riconoscimento vocale, al miglioramento delle videochiamate, sia sul fronte video che audio. Inoltre l’interfaccia Copilot+ è personalizzabile, consentendo all’utente un certo margine di scelta.
A proposito della fotocamera, questa prevede lo sblocco col volto (assente invece il lettore di impronte digitali), che funziona alla prima nel 90% dei casi, anche se alcune volte abbiamo dovuto aggiustare la posizione del viso per farci riconoscere meglio.
Il vero nodo gordiano rimane però sempre il software. Anzi, lo è una volta di più. Da una parte infatti il processore ARM di Qualcomm non riesce ancora a offrire del tutto quelle performance per Watt che davvero cambiano il modo d’uso, e in mancanza di un forte incentivo al cambio di architettura, le app disponibili rimangono un problema.
I passi in avanti rispetto al passato ci sono e i software nativi possono anche andare bene per l’uso generico (navigazione, Office, multimedia), ma appena ci si spinge un po’ più in là tornano i soliti problemi. Parliamo o di software non disponibile a prescindere, o di una emulazione non sempre efficace. In entrambi i casi gli utenti Windows devono venire a patti con una cosa alla quale non sono abituati: la carenza di software.
Windows, per sua stessa natura, deve tenere il piede in più scarpe. Apple invece il vantaggio di un’integrazione hardware-software inavvicinabile per il modello su cui si basa la concorrenza; ma per quanto sia impari, è questo il paragone da fare. A oggi sui Mac le applicazioni native non sono un problema nella netta maggioranza dei casi, su Windows on ARM non si può dire lo stesso. E in generale i MacBook offrono un’esperienza diversa da quella di un portatile x86 (al netto del software), mentre per molti versi su questo Vivobook quasi non si percepisce la diversa architettura (sempre al netto del software), in particolare se vogliamo il massimo delle performance.
Il passo in avanti rispetto al passato c’è, ed è netto, ma ci vuole ancora uno sforzo ulteriore. Speriamo che Microsoft e Qualcomm (o eventuali terze parti) non si diano per vinte adesso, perché sarebbe un vero peccato, dato che le potenzialità ci sono tutte.
Autonomia
Vivobook S 15 ha una batteria da 70 Wh con tempi di ricarica piuttosto rapidi (60% in 50 minuti, con l’alimentatore USB-C da 90 Watt incluso).
Al netto di questo, l’autonomia dovrebbe essere uno dei punti forti del cambio di architettura da x86 ad ARM, e in linea di massima è così. Con un utilizzo ordinario (navigazione, multimedia, small office) si superano infatti abbondantemente le 8 ore lavorative, con un’autonomia che può anche sfiorare le 15-16 ore con un uso abbastanza leggero e con un po’ di accortezza nella gestione della retroilluminazione del display.
Non è però tutto cristallino. Lo streaming video ad esempio consuma un po’ più di quanto avremmo pensato, tanto che è quasi più facile ottenere una maggiore autonomia in navigazione, mentre con l’uso intenso, senza alcuna attenzione al risparmio energetico, il Vivobook è arrivato a zero dopo circa 40 minuti.
Sì, sono pochissimi!
Per di più la gestione delle ventole e quindi dell’autonomia è un po’ macchinosa, nel senso che non ci sono solo le opzioni di Windows ma anche quelle di ASUS. Grazie al software del produttore è infatti possibile scegliere tra 4 modalità di risparmio energetico, da quella che minimizza l’uso della ventola a quella che esegue tutto alla massima velocità, ed è chiaro che questo cambi drasticamente le performance del processore, e di conseguenza anche l’autonomia.
C’è da dire che anche la modalità “sussurro”, che in pratica quasi disattiva le ventole, ha comunque prestazioni molto buone, come abbiamo già evidenziato nel paragrafo relativo. Questo significa che, al netto di esigenze particolari, è possibile tenerala sempre abilitata, durante l’uso a batteria, per massimizzare così l’autonomia.
Deve insomma essere l’utente a ingegnarsi un po’, scegliendo di volta in volta la modalità più adatta alle esigenze del momento, sia in termini di prestazioni che di autonomia desiderata.
Prezzo
Il prezzo di listino di ASUS Vivobook S 15 è di 1.399€. Non è certo una cifra bassa, ma nemmeno troppo alta, in rapporto all’hardware e alla concorrenza di pari fascia. Per fortuna online lo si trova già a qualcosa meno, anche da noti rivenditori.
La vera domanda semmai è un’altra: perché dovrei prendere un portatile Windows con architettura ARM anziché un x86? Perché allo stesso prezzo si trovano sistemi con processori Intel / AMD con un’esperienza utente quasi equivalente, e zero problemi software. E qui la risposta è più complessa, e si trova in tutto quello che abbiamo scritto finora.
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Giudizio Finale
ASUS Vivobook S 15
Vivobook S 15 è un portatile enigmatico. Si fatica a capire di trovarsi davanti a una macchina Windows con processore ARM, nel bene e nel male. Le prestazioni ci sono, sono tante, e sono costanti, ma allo stesso tempo ventole e temperature vanno su, esattamente come sui portatili x 86. Stupisce quasi di più quello che può fare con le ventole al minimo (che è comunque tanto)! Poi però subentra il software, e lì ci si accorge che, per quanto molto migliorata rispetto al passato, la compatibilità deve ancora fare tanti passi in avanti. Diciamo che se un tempo sia hardware che software avevano molto terreno da recuperare, adesso è più il secondo a doversi dare da fare. La direzione intrapresa è senz’altro quella giusta, e fa sperare in una nuova alba per Windows on ARM, e in dei veri concorrenti per i MacBook di Apple. Basta solo avere (ancora) pazienza.
Sommario
Costruzione 7.5
Tastiera e touchpad 7.5
Scheda Tecnica 8.5
Schermo 9
Benchmark e prestazioni 8.5
Esperienza d’uso 7.5
Autonomia 8.5
Prezzo 7
Voto finale
ASUS Vivobook S 15
Pro
- Autonomia (non al massimo delle performance però)
- Bellissimo schermo OLED
- Buon numero di porte
- Prestazioni stabili
Contro
- Può essere caldo e rumoroso
- Prezzo
- Le app non ci sono ancora tutte
- Qualità costruttiva solo ok
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