Assolto per lo stupro, la vittima “aveva uno stile di vita dissoluto”. Ora altri due casi
La cugina di 14 anni lo accusava di averla fatta drogare e di averla violentata: così quell’uomo di 35 anni è finito a processo a Vercelli, anche grazie alle dichiarazioni di due amiche della giovane vittima. Ma gli stessi investigatori della Squadra mobile, nelle loro relazioni, avevano specificato «lo stile di vita dissoluto delle tre ragazze». E ieri l’imputato è stato assolto in tribunale: anche il pubblico ministero Francesco Condomitti aveva chiesto l’assoluzione per «inattendibilità della persona offesa», come sostenuto anche dall’avvocata Francesca D’Urzo (che assiste il 35enne).
Secondo l’accusa, a dicembre 2023 la ragazzina aveva fumato uno spinello e si era sentita male mentre i due si trovavano in un luogo appartato di Livorno Ferraris, in provincia di Vercelli. Le girava la testa e aveva perso i sensi, così lui le aveva suggerito di appoggiarsi su di lui e stendere le gambe. E lui ne avrebbe approfittato. La ragazzina non ha raccontato nulla per mesi, salvo poi sfogarsi con l’amica: era stata poi lei a coinvolgere una terza coetanea e segnalare tutto ai servizi sociali. Da lì è partita l’inchiesta, con la Squadra mobile che ha indagato ma poi ha parlato di «stile di vita dissoluto adottato dalle tre ragazze». Come «assumere sostanze stupefacenti e avere rapporti intimi promiscui, tanto da ritenersi poco affidabili e con una percezione della loro sfera intima poco attenta, senza tener conto della conseguenza delle loro azioni scellerate». «La persona offesa è del tutto inattendibile» è la tesi sostenuta in aula dall’avvocata D’Urzo. Lo stesso imputato ha rilasciato dichiarazioni spontanee, negando i fatti contestati. Ora il giudice lo ha assolto ma i guai di questo 35enne non sono finiti, visto che a suo carico ci sono altre due inchieste aperte per abusi su altre ragazzine.
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