Ambiente

Assofertilizzanti, senza urea giù valore dei cereali fino a -45% – Mondo Agricolo

La messa al bando dell’urea, il
fertilizzante minerale azotato più utilizzato al mondo per via
della sua alta concentrazione di azoto, genererebbe una perdita
fino al 45% del valore della filiera cerealicola italiana. È
quanto emerge dallo studio di Nomisma sull’impatto del
provvedimento previsto dall’1 gennaio 2028 sul divieto di una
delle commodity irrinunciabile per la produttività agricola.

   
A commissionare la ricerca è Assofertilizzanti-Federchimica,
presentata in occasione del suo 40/mo anniversario che coincide
con la Giornata mondiale dei fertilizzanti. Nel Bacino Padano,
dove si producono 4,4 milioni di tonnellate di mais da granella
l’anno, si stima una diminuzione del 36%, pari a circa 1,6
milioni di tonnellate in meno l’anno, un calo del 17% su circa
2,1 milioni di tonnellate di frumento tenero, del 25% su 551mila
tonnellate di frumento duro e, addirittura, del 63% su 1,4
milioni di tonnellate di riso. In uno scenario, invece, di
totale assenza di fertilizzanti azotati le produzioni
calerebbero del 61% per il mais, del 57% per il frumento tenero,
del 78% per il duro e del 77% per il riso.

   
I dati Nomisma mostrano poi come da un punto di vista
ambientale l’applicazione dell’urea incida pochissimo sulle
emissioni di gas serra, per lo 0,1% sulle totali italiane e per
l’1,3% su quelle agricole; il suo divieto, quindi, non avrebbe
effetti significativi sulla mitigazione delle emissioni di gas
climalteranti.

   
“Siamo preoccupati del provvedimento – fa sapere il
presidente Paolo Girelli – perchè non sono stati presi in
considerazione i suoi effettivi impieghi e la sua
indispensabilità per la filiera cerealicola. Oggi l’industria è
in grado di fornire soluzioni innovative in grado di mitigare
gli impatti ambientali dell’urea, nonché una serie di prodotti
complementari, assicurando agli agricoltori una cassetta degli
attrezzi completa alle più svariate esigenze colturali”. Secondo
Paolo De Castro, presidente di Nomisma. “lo sviluppo del settore
e l’evoluzione delle tecnologie impiegate rappresentano elementi
imprescindibili per garantire un’agricoltura competitiva,
resiliente e capace di assicurare la sicurezza alimentare delle
prossime generazioni”.

   

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