Assi di forza, dietrofront di Tursi sulla Bassa Valbisagno: stop al taglio delle linee collinari
Genova. “Non voglio sentir parlare di rottura di carico in piazza Galileo Ferraris. Non mi interessa il disegno generale, ci siamo presi un impegno e lo rispetteremo, a costo che gli assi di forza diventino tre e mezzo“. Non ha dubbi l’assessore Massimo Ferrante, che fino al 2022 era presidente di Municipio in quel territorio e oggi deve gestire i dossier infrastrutturali più delicati per tutta la città. Il progetto, lanciato nel 2020 dalla giunta Bucci con l’obiettivo di rivoluzionare il trasporto pubblico, si infrange contro le proteste dei cittadini della Bassa Valbisagno che non vogliono perdere i collegamenti diretti tra Brignole e i quartieri collinari in cambio di un bus di 18 metri su corsia riservata. Tutto il resto, invece, andrà avanti con l’obiettivo stringente di terminare i cantieri entro il 2026.
“In linea di massima gli assi di forza non sono sbagliati per la Valbisagno, il Levante e il Ponente – spiega Ferrante, che ha la delega alle Infrastrutture strategiche oltre che ai progetti Pnrr – a parte il fatto che non permetteranno di avere un sistema omogeneo per la raccolta dei rifiuti in tutta la città e questo mi sembra grave. L’idea di usare mezzi ecologici è giustissima. Ma non è ammissibile costringere gli abitanti di Quezzi e Marassi alta a prendere due o tre mezzi per accedere ai servizi fondamentali, come la Asl di via Archimede, o per prendere la metropolitana che oggi è raggiungibile direttamente”. La revisione della rete prevedeva l’eliminazione del 47, l’attestazione dell’82 a Marassi e la fusione tra 37 e 356 (o 47, secondo un’ipotesi alternativa) con capolinea sempre in piazza Galileo Ferraris.
Quindi? “Ho chiesto ai tecnici che si mettano a ristudiare il progetto. Pretendo che venga ristudiato“, sottolinea l’assessore confermando l’impegno preso in campagna elettorale da Silvia Salis e da Fabrizio Ivaldi, poi eletto presidente del Municipio. La possibilità che lo schema finale risulti monco rispetto all’impostazione originaria, che includeva un collegamento diretto Marassi-Campi attraversando tutto il centro, non è così lontana. Anche perché i comitati hanno messo nel mirino pure l’hub di piazza Galileo Ferraris, dove sparirebbero decine di parcheggi e i bus da 18 metri farebbero manovra nei pressi di una scuola. Preoccupazioni che Ferrante condivide: “L’unica piazza di Marassi non può diventare un capolinea“. Per di più non è stato ancora sciolto il nodo dell’asse protetto in corso Sardegna.
Le altre linee non dovrebbero trovare particolari ostacoli. In corso Europa i filobus passeranno a centro strada – come avviene già oggi – e faranno capolinea a Principe, mentre in direzione Nervi è previsto il transito in corso Buenos Aires con riassetto complessivo di piazza Tommaseo per consentire la svolta verso corso Gastaldi. A Ponente – dove non sono mancati i malumori per i cantieri a Cornigliano – sopravvivrà il collegamento storico Caricamento-Voltri. E da Prato, attraversando tutta la Valbisagno, si potrà raggiungere direttamente il Waterfront. La filovia andrà estesa fino allo stadio Carlini e fino a Pegli, mentre il tratto centrale verrà adeguato. In realtà il piano di Amt prevede diverse sforbiciate ai percorsi di altre linee, come il 32 trasformato in doppia circolare per San Teodoro e Oregina con capolinea a Principe, il 35 Carignano-Brignole, 39-40 limitati a piazza Bandiera nelle ore di morbida, il 44 limitato a Brignole.
Per gli assi di forza il quadro economico complessivo sfiora i 500 milioni di euro, di cui quasi 400 coperti attraverso il Pnrr, che comprendono 112 filobus in grado di marciare staccati dai cavi elettrici per una ventina di chilometri (i primi sono arrivati, ma sono quasi tutti fermi in rimessa in attesa dell’omologazione), altri 27 bus elettrici flash charging destinati alla Valbisagno, nuovi tratti di linea elettrica con 700 pali, circa 300 fermate, risistemazioni stradali, semafori intelligenti, la ricostruzione totale delle rimesse Gavette e Staglieno (quest’ultima con parcheggio di interscambio), l’allestimento dell’ex officina Guglielmetti riacquistata da Amt.
“La scadenza attuale è a giugno, ma probabilmente ci sarà una proroga a fine 2026. Non è un unicum, in Italia tutte le città sono nella stessa situazione – precisa Ferrante -. Penso che sia un orizzonte altamente auspicabile. Magari le rimesse non saranno pronte al 100%, magari mancheranno alcune forniture, ma in un anno e mezzo le strutture saranno realizzate e in parte operative”. Una corsa contro il tempo che imporrà altri disagi per i lavori: “C’è stata una bulimia di cantieri senza raccordo tra le diverse aree del Comune”.
Nelle prossime settimane la nuova amministrazione valuterà se ci saranno ulteriori margini di modifica del progetto, compresi gli aspetti di viabilità ed esercizio della rete che competono all’assessore Emilio Robotti. Del resto anche Silvia Salis in campagna elettorale aveva posto l’accento sulla quota insufficiente di corsie riservate (in teoria almeno il 70% nella versione iniziale del progetto), tagliate soprattutto in Valbisagno grazie alle proteste del Municipio e alla sovrapposizione con lo Skymetro. E a Staglieno, confrontandosi coi comitati, aveva promesso di rivedere il progetto del parcheggio di interscambio. “Gli impegni sono sacri e il dialogo coi cittadini non mancherà mai – assicura Ferrante – ma non possiamo fare miracoli. Ci hanno lasciato una serie di dossier su cui non è facile mettere le mani a cose iniziate”.