Liguria

Assenze nel centrodestra, il consiglio comunale chiude per mancanza del numero legale


Genova. Era già successo alla fine di gennaio, in occasione della delibera sul regolamento per le antenne 5G. Oggi, nuovamente, in una fase di aperta campagna elettorale, la seduta del consiglio comunale si è chiusa anzitempo per la mancanza del numero legale.

Dopo una serie di interpretazioni sulle presenze e i consiglieri votanti in aula, l’opposizione è uscita facendo scendere a 18, quindi sotto la metà, il numero dei presenti e rendendo così impossibile, da regolamento, procedere con il voto delle delibere.

A far saltare gli equilibri, l’assenza di Federico Bertorello, Lega, e di Umberto Lo Grasso, parte del gruppo Misto ma che, in passato, aveva garantito il supporto alla maggioranza. Inoltre, al momento della conta, era fuori dall’aula anche il consigliere di Uniti per la Costituzione Mattia Crucioli, solitamente poco propenso alla pratica dell’ostruzionismo, ma è stato lui stesso a spiegare, sui social, di essere stato trattenuto fuori con una sorta di inganno.

La minoranza, con la sua mossa, ha voluto ancora una volta rimarcare i numeri risicati su cui, da settimane, si regge la maggioranza di centrodestra. Oggi le delibere al voto, che quindi sono saltate, erano variazioni di bilancio, in parte legate al settore del Sociale.

La reazione di Piciocchi e dei consiglieri di centrodestra

“Anche oggi la sinistra non ha perso occasione per dimostrare la sua vera natura – la dichiarazione del vicesindaco reggente e candidato del centrodestra alle comunali, Pietro Piciocchi – una sinistra spregiudicata che approfitta della grave indisposizione di due consiglieri di maggioranza, di cui uno in ospedale, per fare mancare il numero legale e bloccare i lavori, questa è la sinistra delle risse che vuole che la nostra città precipiti nel caos, questa è la sinistra che strizza l’occhiolino a chi nelle pubbliche piazze viola le regole della convivenza democratica e del rispetto della libertà di tutti, che ogni giorno dimostra la totale mancanza di una cultura di governo, il prezzo di questi indecorosi comportamenti lo pagano i cittadini genovesi, posso dire con orgoglio che noi siamo diversi e sono certo che gli elettori sapranno valutarlo”.

A stretto giro arriva anche lo sfogo dei consiglieri di maggioranza: “La sinistra ha dimostrato la sua vera natura, irresponsabile, spregiudicata e pronta a sacrificare il bene dei cittadini per meri giochi di palazzo, bloccando i lavoro ha detto no a 4 milioni di euro destinati agli aiuti per le famiglie, agli assegni familiari, all’assistenza domiciliare e agli affidi familiari. Un colpo basso alle persone più fragili, che avrebbero potuto ricevere un sostegno concreto”.

“La sinistra ha detto no ai contributi per mercati e fiere, penalizzando il commercio, i lavoratori e l’economia locale e anche ai fondi per la sicurezza nei luoghi di lavoro, in un momento in cui le morti bianche continuano a essere una piaga insopportabile – prosegue la nota – a questa irresponsabilità si aggiunge la grave mancanza di lealtà e coerenza di chi ha recentemente cambiato casacca, tradendo la fiducia dei cittadini”.

Il centrosinistra: “Maggioranza allo sbando”

“Un’aula consiliare trasformata in un’arena di confusione e disordine: così si è presentata oggi la destra, incapace di garantire il regolare svolgimento del dibattito – si legge nel comunicato firmato da tutti i consiglieri di minoranza tranne Crucioli e Lo Grasso – la seduta si è conclusa con uno scioglimento anticipato a causa della mancanza del numero legale, mentre i consiglieri della maggioranza hanno passato il tempo a urlare e interrompere gli interventi, impedendo un confronto serio e costruttivo e mancando l’obiettivo della ratifica di una delibera di giunta all’ordine del giorno”, si legge nella nota.

“Non si tratta di un episodio isolato, ma di una strategia deliberata, condivisa anche con i colleghi in Consiglio Regionale che questa mattina hanno adottato lo stesso comportamento, per distogliere l’attenzione da una realtà ormai evidente: la fragilità e la disgregazione della compagine conservatrice. La destra si presenta divisa, priva di una linea comune e incapace di affrontare il confronto politico con serietà. Sempre più spesso i rappresentanti della (fu) maggioranza disertano le sedute, mentre chi resta preferisce il caos al dibattito”, aggiunge.

“La maggioranza di Piciocchi, che dovrebbe accompagnarlo fino alla fine del mandato e sostenerlo in vista della rielezione, evidentemente non esiste più. Di fronte all’assenza di idee e coesione, la destra sceglie il clamore e l’aggressività, ma i genovesi non si faranno ingannare: non sarà certo alzando la voce che potranno nascondere i loro fallimenti e la mancanza di una visione per la città”, concludono dalla minoranza.

L’affaire Crucioli

Mattia Crucioli, consigliere di minoranza in Uniti per la Costituzione, era fuori dall’aula al momento della conta. Ma, ha spiegato con un post sui social, non volutamente. Crucioli accusa la consigliera di Avs Francesca Ghio di averlo trattenuto in maniera scorretta: “Mancando alcuni esponenti del centrodestra, oggi la consigliera Ghio ha chiesto di potermi parlare fuori dall’aula per un consiglio su una mozione. A quel punto la minoranza di centrosinistra è uscita dall’aula chiedendo il conteggio del numero legale, che in quel momento non c’era, con conseguente chiusura della seduta. L’idea che il Comune possa essere amministrato da persone così scorrette un po’ crea disagio”.




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