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Assalto pro Pal nella base RAF: così hanno danneggiato due aerei militari

Nella notte, due attivisti del gruppo “Palestine Action”, che ha sede nel Regno Unito, sono riusciti a penetrare nella base aerea della Royal Air Force di Brize Norton nell’Oxfordshire, situata 120 chilometri a nord-ovest di Londra, e a danneggiare due aerocisterne “Voyager”.

Gli attivisti, dal loro sito, sostengono che l’attacco mirasse a interrompere quello che descrivono come il sostegno del Regno Unito al “genocidio e ai crimini di guerra in Medio Oriente” e alle più ampie attività militari occidentali nella regione, tra cui il sostegno a Israele.

Secondo il gruppo, due attivisti sono entrati nella base aerea, la più grande del Regno Unito, e hanno utilizzato scooter elettrici per avvicinarsi a due aerei “Voyager” e spruzzare vernice rossa, che affermano simboleggi il sangue palestinese, sui motori degli aerei usando estintori modificati. A quanto pare, hanno utilizzato anche piedi di porco per infliggere ulteriori danni. La vernice rossa è stata anche sparsa sulla pista. L’azione è stata documentata sui social con foto e un breve video e sappiamo che gli attivisti coinvolti sono riusciti a sfuggire all’arresto immediato.

La base aerea di Brize Norton funge da hub per il trasporto aereo strategico e il rifornimento in volo del Regno Unito, compresi i voli per la base RAF di Akrotiri a Cipro. La base cipriota è stata utilizzata per lanciare missioni di sorveglianza e supporto della RAF relative ai conflitti in Medio Oriente, comprese le operazioni riguardanti Gaza, Siria e Yemen.

In una dichiarazione, Palestine Action ha affermato: “Disarmando due aerei militari, Palestine Action è intervenuta direttamente nel genocidio e ha impedito crimini contro il popolo palestinese”.

Sebbene il gruppo pro Palestina sostenga che le aerocisterne della RAF abbiano un diretto coinvolgimento nel conflitto a Gaza, i recenti tracciamenti dei voli suggeriscono che le missioni riguardino invece il supporto all’Operazione Shader contro l’Isis, in corso in Iraq e Siria, e non siano correlati alle azioni militari israeliane.

Nonostante una fonte della RAF abbia dichiarato che “questo attacco è stato del tutto inutile. Gli aerei presi di mira non vengono utilizzati a supporto delle forze israeliane. Il Regno Unito opera in modo indipendente e Israele non ha bisogno di aerocisterne britanniche: gestisce la propria flotta. Le affermazioni del gruppo dimostrano una totale incomprensione del funzionamento delle operazioni della RAF”, l’azione apre interrogativi inquietanti sul livello di sicurezza della base aerea. Com’è stato possibile che, con il clima politico internazionale corrente, due persone con tanto di scooter siano riuscite a penetrare in una base aerea e agire praticamente indisturbate? Com’è stato possibile eludere i sistemi di sicurezza? Perché la reazione del personale di guardia è stata tardiva a tal punto da permettere agli attivisti la fuga?

Il governo britannico, nel momento in cui scriviamo, non ha ancora rilasciato alcuna dichiarazione ufficiale, ma l’azione avrà sicuramente delle pesanti ripercussioni sul comando della base e richiederà una revisione dei sistemi di sicurezza e sorveglianza di tutte la basi della Royal Air Force.

La minaccia è oggettivamente seria: in passato nel Regno Unito ci sono stati diversi casi di droni che hanno sorvolato aeroporti civili provocandone la chiusura, ma in questo caso si è trattato di una vera e propria penetrazione da parte di personale, per giunta senza alcun tipo di addestramento militare. Cosa sarebbe successo se al posto di attivisti pro Palestina si fosse trattato di sabotatori esperti di un Paese ostile? La domanda ovviamente è puramente retorica.




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