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Assad: “La Siria è in mano ai terroristi. Mai pensato di fuggire, i russi mi hanno evacuato”


Assad: "La Siria è in mano ai terroristi. Mai pensato di fuggire, i russi mi hanno evacuato"

Dal suo buen retiro russo, torna a parlare l’ex presidente siriano, dopo la caduta repentina del suo regime per mano di Hayat Tahrir al-Sham. La Siria sarebbe, a suo dire, completamente in balìa dei terroristi.

Le prime parole di Assad dall’esilio russo

Quando lo Stato cade nelle mani del terrorismo e la capacità di dare un contributo significativo viene meno, qualsiasi posizione diventa priva di scopo, rendendo la sua occupazione priva di senso“, si legge nella nota di Assad pubblicata sulla pagina Facebook della presidenza siriana. “Questo non sminuisce in alcun modo il mio profondo senso di appartenenza alla Siria e al suo popolo, un legame che non viene scalfito da nessuna posizione o circostanza. È un’appartenenza piena di speranza che la Siria torni a essere libera e indipendente“, afferma.

Il flusso di disinformazione e narrativa ben lontana dalla realtà” sulla sua sorte è servito per “presentare il terrorismo internazionale come una rivoluzione per la liberazione della Siria“, ha scritto lo stesso Assad in una dichiarazione diffusa dal canale Telegram della presidenza siriana in cui parla di blackout dell’informazione necessaria “per ragioni di sicurezza“, che hanno quindi “ritardato la pubblicazione di questa dichiarazione“. Per Assad i miliziani che “hanno esteso la loro presenza in Siria fino a prendere Damasco la sera dello scorso sette dicembre” sono terroristi.

La fuga di Assad per mano di Mosca

Assad ha colto anche l’occasione per rivelare alcuni retroscena della sua fuga dal Paese assediato: Mosca avrebbe richiesto la sua evacuazione da una base militare sotto attacco, ipotesi che era stata subito paventata, nel be mezzo di diverse speclazioni sulla sua fine. “Mosca ha richiesto un’immediata evacuazione in Russia la sera di domenica 8 dicembre” dopo che si era trasferito a Latakia quel giorno stesso, scrive l’ex leader siriano. “Quando lo stato cade nelle mani del terrorismo e si perde la capacità di dare un contributo significativo, qualsiasi posizione diventa priva di scopo“, si legge ancora nella nota.

Mentre la situazione sul campo nell’area continuava a deteriorarsi, la base militare russa stessa è stata sottoposta a un attacco intensificato con droni. Senza mezzi praticabili per lasciare la base, Mosca ha chiesto al comando della base di organizzare un’evacuazione immediata in Russia la sera di domenica 8 dicembre, sostiene Assad nella dichiarazione, pubblicata in inglese. Come sottolinea il New York Times, questo resoconto dell’episodio non può, tuttavia, essere confermato in modo indipendente.

Mosca: “Decisione personale di Assad”

Assad, tuttavia, tende a precisare di aver cercato di restare fedele a Damasco il più a lungo possibile: in nessun momento di questi eventi afferma di aver preso in considerazione l’idea di dimettersi o di cercare rifugio, né tale proposta è stata avanzata da alcun individuo o partito. “L’unica linea d’azione era continuare a combattere contro l’assalto dei terroristi” e ancora, “Non ho mai cercato posizioni per guadagno personale, ma mi sono sempre considerato un custode di un progetto nazionale, sostenuto dalla fede del popolo siriano, che ha creduto nella sua visione“, aggiunge.

Mosca resta, invece, reticente s come si sono svolti i fatti quella notte. Il Cremlino ha affermato che Assad ha preso la “decisione personale” di lasciare l’incarico e che il presidente Vladimir Putin ha offerto l’asilo a lui e alla sua famiglia. Dmitry Peskov, portavoce del Cremlino, ha affermato che Mosca non rivelerà i dettagli della posizione di Assad in Russia. La notte del famigerato 8 dicembre scorso, Mosca si era limitta a ribadire che la Russia si è sempre espressa a favore di una soluzione politica della crisi siriana, insistendo per la ripresa dei colloqui mediati dall’ONU.

Oltre a ciò, i funzionari russi avevano dichiarato di essere in contatto con i rappresentanti dell’opposizione armata siriana, i cui leader avevano garantito la sicurezza delle basi militari russe e delle missioni diplomatiche sul territorio siriano.


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