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«Artigiano in fiera»: l’hand-made di tutto il mondo arriva a Milano

In un mondo di prodotti costruiti in serie, cresce l’interesse per le creazioni artigianali e per la loro unicità. Prova ne è l’edizione estiva di Artigiano in fiera, dal nome Anteprima d’estate: una vetrina sulla maestria dell’artigianato italiano e mondiale che si svolge a Milano (Fieramilano Rho) dal 29 maggio al 2 giugno, con ingresso gratuito.

Ad animare l’evento, ci sono 760 artigiani da 50 Paesi del mondo, con i loro prodotti enogastronomici, abbigliamento e accessori, arredamento, oggetti e decorazioni.

Per la prima volta, è in arrivo anche una delegazione di artigiane membri della federazione delle imprenditrici indiane. La FIWE – Federation of Indian Women Entrepreneurs è «una piattaforma solida e unificata, dove le donne imprenditrici di tutta l’India — soprattutto quelle provenienti da piccoli centri e contesti rurali — possono sentirsi valorizzate, ascoltate e avere accesso a vere opportunità di crescita». Così la racconta la sua presidente, Rajni Aggarwal, molto orgogliosa di portare in Italia la sua nutrita squadra di artigiane, con le quali l’Italia ha molto in comune.

Rajni Aggarwal Presidente di FIWE  Federation of Indian Women Entrepreneurs che sta per arrivare a Milano con una...

Rajni Aggarwal, Presidente di FIWE – Federation of Indian Women Entrepreneurs, che sta per arrivare a Milano con una delegazione di artigiane per Artigiano in fiera (Fieramilano Rho, dal 29 maggio al 2 giugno).

Cosa può imparare l’India dal Made in Italy – e viceversa – quando si parla di artigianato?
«India e Italia condividono tradizioni artigianali secolari, ricche di storia, passione e bellezza. Ma le loro modalità di approccio sono profondamente diverse—e proprio in questa differenza risiede un’enorme possibilità di scambio. Dal Made in Italy, l’India può apprendere l’arte di trasformare l’artigianato in un linguaggio di lusso: cura della qualità, raffinatezza estetica, narrazione e posizionamento strategico sui mercati globali. Dall’altra parte, l’Italia può trovare ispirazione nell’incredibile ricchezza culturale e nelle pratiche sostenibili dell’artigianato indiano. In India, le tecniche artigianali sono spesso tramandate da generazioni, radicate nella comunità e legate a valori spirituali e simbolici. L’uso di materiali naturali, colorazioni vegetali, riciclo creativo e processi a zero sprechi sono pratiche diffuse ben prima che diventassero tendenze globali.
Unendo queste due tradizioni possiamo davvero reinventare il futuro del “fatto a mano” su scala globale—un futuro dove il design rispetta il passato, serve il presente e ispira le nuove generazioni di creatrici e creatori in entrambi i Paesi».

Cosa la spinge ogni giorno a lavorare al fianco delle donne imprenditrici indiane?
«Un momento particolarmente toccante che ha segnato il mio percorso è stato l’incontro con un’imprenditrice proveniente da una zona remota dell’India: aveva un talento straordinario, ma mancava di accesso, visibilità e fiducia in sé stessa. Le è bastato un piccolo incoraggiamento per iniziare a credere davvero nelle sue capacità. Quando l’abbiamo aiutata a partecipare alla sua prima fiera, non solo ha guadagnato, ma ha anche trovato la sua voce e la sua identità come donna d’affari. Quella trasformazione mi ha ricordato quanto sia importante ciò che facciamo».


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