Abruzzo

Arte, ‘Apparati’, a Pescara la personale di Giulio Rigoni – Abruzzo


Ceravento ospita mostra dal 25/3 al 20/5. Sabato l’inaugurazione




(ANSA) – PESCARA, 23 MAR – Strutture fantastiche, un tempo
utilizzate come espedienti scenografici per feste e spettacoli
barocchi. Gli apparati diventano protagonisti e filo conduttore
di una mostra, le cui opere sono ideate e concepite per studiare
la relazione che l’uomo instaura con queste strutture e gli
elementi che le compongono. E’ proprio “Apparati” il titolo
della personale dell’artista romano Giulio Rigoni, che sarà
ospitata dal 25 marzo al 20 maggio 2023 a Ceravento, area di
condivisione dell’arte e spazio culturale di Pescara.
   
L’evento inaugurale si svolgerà sabato 25 marzo, alle ore
17:00, alla presenza dell’artista. Poi la mostra sarà visitabile
il martedì, il mercoledì e il giovedì dalle 17:00 alle 19:00 e
il venerdì e il sabato su appuntamento. In un percorso che si
compone di dipinti a olio di varie dimensioni e disegni su
carta, Giulio Rigoni narra con eleganza e delicatezza il
rapporto tra l’uomo e l’apparato, inteso come oggetto effimero.
   
In “Apparati” decorazioni e forme si combinano nella maniera più
varia, libera e disinvolta. I soggetti protagonisti delle opere,
grazie all’abile utilizzo dei colori e dei contrasti, sembrano
muoversi nel silenzio assoluto del ‘senza tempo’, in un futuro
antico, attirando la curiosità dell’osservatore e, soprattutto,
invitandolo a sognare.
   
“Nel variegato mondo dell’arte contemporanea, alcune
personalità più di altre, riescono con la propria opera a
sollecitare la fantasia di chi osserva – scrive, nel testo che
accompagna la mostra, Maria Letizia Paiato, storico e critico
dell’arte – È questo il caso di Giulio Rigoni che con i suoi
apparati conduce lo spettatore verso mondi lontani, luoghi
intrisi di una profonda cultura letteraria, che oscilla fra
scenari d’ispirazione cortese ma anche barocca, lasciando spesso
in chi guarda un forte dubbio sul ‘tempo’. I dipinti di Rigoni
non hanno trama. Ciascuno è un’isola dove lo spettatore
sovrappone le proprie emozioni ai soggetti, moltiplicando
all’infinito le possibili espressioni della verità che oscillano
costantemente fra sogno, fantasia e visione”. (ANSA).
   

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