Arrestato il vigilante che uccise un ladro sulla Cassia
Quella notte del 6 febbraio in via Cassia 1004 a Roma si era trasformata in una scena da film. Rumori sospetti, uomini mascherati e una guardia giurata armata che, sospettando un furto in corso, ha deciso di intervenire.
Un intervento che, però, si è concluso tragicamente: un rapinatore è morto, e oggi, a distanza di un mese, il GIP del Tribunale di Roma, su richiesta della Procura della Repubblica, ha emesso un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti della guardia, con l’accusa di omicidio volontario.
La notte della sparatoria
Secondo quanto emerso dalle indagini condotte dai Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Roma Trionfale, tutto è iniziato quando la guardia giurata – che quella sera si trovava nella sua abitazione al terzo piano di una palazzina – ha udito forti rumori provenire dal primo piano. Convinta che fosse in corso un’azione criminale nell’appartamento di una vicina, è scesa nel piazzale antistante l’edificio.
Lì, nel buio della notte, ha individuato alcuni uomini con il volto coperto. Quando uno di loro ha tentato di fuggire verso il cancello del condominio, la guardia lo ha inseguito con la pistola – regolarmente detenuta per il suo lavoro – e ha sparato due colpi alle spalle del fuggitivo, che però è riuscito a dileguarsi.
Ma la situazione è presto degenerata.
Il colpo mortale
Secondo la ricostruzione degli inquirenti, pochi istanti dopo, la guardia giurata si è avvicinata a un’auto ferma nel piazzale, al cui interno si trovava un altro uomo, rimasto ancora ignoto. Senza esitazione, ha puntato l’arma contro lo sportello lato guida ed esploso un altro colpo. Anche in questo caso, il conducente è riuscito a fuggire.
Ma la scena più drammatica si è consumata di lì a poco. Mentre uno degli uomini tentava di scavalcare una staccionata metallica per allontanarsi, la guardia ha aperto nuovamente il fuoco.
Un proiettile ha colpito alla testa il fuggitivo, che è stato successivamente identificato come Antonio Ion Ciurciumel. Trasportato d’urgenza in ospedale, l’uomo è deceduto a causa della grave ferita riportata.
L’accusa: omicidio volontario
Per la Procura non ci sono dubbi: la guardia giurata ha agito con un’intenzione omicida. Gli elementi raccolti nel corso delle indagini hanno portato il giudice a disporre la misura più severa: la custodia cautelare in carcere.
La vicenda ha acceso il dibattito sulla legittima difesa e sui limiti dell’uso delle armi da parte di chi, come la guardia giurata, è autorizzato a portarle per motivi professionali.
Se da un lato c’è chi sostiene che l’indagato abbia agito per proteggere la sua comunità, dall’altro la Procura ha evidenziato che sparare a persone in fuga – e in particolare un colpo diretto alla testa – eccede i confini della difesa legittima, configurando invece una volontà omicida.
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