arrestato “il ladro del Laurentino”, incastrato da GPS e telecamere
Da Ostia a Montesacro, passando per Castel di Leva e il Laurentino: in poche settimane, un’ondata di furti ha seminato il panico tra i titolari di numerose farmacie della Capitale.
A colpire, sempre con lo stesso modus operandi, era un uomo solo, rapido e invisibile. O quasi. Perché alla fine, a tradirlo, sono stati i dettagli: le telecamere, il tracciamento GPS, le celle telefoniche. E un lavoro silenzioso e paziente dei Carabinieri della Compagnia di Pomezia, che lo hanno inchiodato.
L’uomo, 48 anni, romano e già noto alle forze dell’ordine, è ora agli arresti domiciliari, sorvegliato da un braccialetto elettronico, in esecuzione di un’ordinanza emessa dal GIP del Tribunale di Roma. Le accuse sono pesanti: furto aggravato, ricettazione e sostituzione di persona.
Il piano e la rete d’indizi
L’attività investigativa, partita a giugno, è stata condotta dai Carabinieri della Stazione di Roma Divino Amore. Le indagini hanno ricostruito un vero e proprio schema criminale: l’uomo sceglieva farmacie in aree periferiche, agiva in orari notturni o all’alba e, secondo gli inquirenti, utilizzava veicoli rubati o intestati ad altri per spostarsi rapidamente da un punto all’altro della città.
Il punto di svolta è arrivato con l’incrocio tra immagini di videosorveglianza, tracciamento dei GPS installati sui veicoli e l’analisi del traffico telefonico. Un mosaico complesso, ma che ha finito per comporsi in maniera inequivocabile.
Il blitz e la misura cautelare
Nonostante il curriculum criminale e le numerose attenzioni delle forze dell’ordine, il 48enne si muoveva con cautela, cambiando spesso abiti, percorsi e identità. In più di un’occasione, avrebbe utilizzato documenti falsi o intestati ad altri, da qui l’accusa di sostituzione di persona.
La svolta è arrivata pochi giorni fa, con la notifica dell’ordinanza di arresti domiciliari. L’uomo si trova ora recluso nella sua abitazione, sorvegliato da un braccialetto elettronico.
Le indagini, intanto, proseguono. Gli inquirenti non escludono che l’uomo possa aver avuto dei complici o che la rete di furti sia ancora più ampia di quanto emerso finora.
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