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Arrestata a Roma Carla Zambelli, deputata italo-brasiliana condannata per hackeraggio

Carla Zambelli, deputata brasiliana condannata in patria a dieci anni di carcere, è stata arrestata oggi a Roma. Ha origini italiane ed era una figura di spicco del partito dell’ex presidente Jair Bolsonaro. Ricercata dall’Interpol, Zambelli era destinataria di un mandato di cattura internazionale emesso in seguito a una condanna per il coinvolgimento nell’hackeraggio del sistema informatico del Consiglio nazionale di giustizia. Lo ha reso noto il ministero della Giustizia del Brasile, come riportano diversi media locali.

Zambelli si trova da mesi in Italia, dove si era rifugiata dopo la sentenza. Secondo alcune ricostruzioni, si sarebbe presentata spontaneamente alle autorità italiane per dichiarare la propria posizione e chiedere di non essere estradata. Tuttavia, è stata fermata dalle nostre forze dell’ordine in esecuzione di un mandato d’arresto internazionale emesso dall’Interpol.

Dopo aver lasciato il Brasile lo scorso 25 maggio attraversando il confine con l’Argentina insieme al marito, la parlamentare aveva fatto tappa negli Stati Uniti prima di arrivare in Italia, dove ha invocato la sua cittadinanza per cercare riparo. Inizialmente avrebbe valutato una candidatura politica sul territorio del nostro Paese, ma avrebbe poi rinunciato, secondo quanto riferito dal suo legale alla CNN. L’11 giugno, la Corte suprema brasiliana ha ufficialmente richiesto l’estradizione, trasmettendo la documentazione al ministero della Giustizia italiano. Due settimane fa, il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi aveva confermato alla Camera che erano state avviate operazioni investigative per localizzare Zambelli, finora senza esito. Al momento del suo ingresso in Italia, lo scorso 5 giugno, non risultavano a suo carico precedenti o segnalazioni attive che giustificassero un fermo.

L’arresto è avvenuto dopo nuove

verifiche. A darne notizia indirettamente, poche ore prima, era stato il deputato Angelo Bonelli, che ha dichiarato sui social di aver fornito alla polizia l’indirizzo presso cui Zambelli si trovava a Roma.


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