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Arbitro corrotto inventava rigori ed espulsioni nei campionati Primavera per scommesse: arrestato – Calcio


In campo bambini, fuori scommesse. Rigori inesistenti inventati, espulsioni immotivate, per far uscire un over. Da una partita di campionato Primavera. Arrestato un arbitro della sezione di Reggio Calabria che indirizzava il risultato di partite di calcio di categoria. Su quelle partite scommettevano i suoi complici.

È quanto scoperto grazie all’indagine della Procura di Reggio Calabria che ha portato stamattina agli arresti domiciliari di 5 persone, indagate per il reato di associazione a delinquere finalizzata alle frodi sportive.

Scommesse e arbitro che corrompeva gli altri direttori di gara

Le indagini sono scattate a seguito di una segnalazione dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli: c’era un flusso anomalo di scommesse su un incontro della categoria Primavera. Anni dei giocatori in campo: 18/19. L’indagine ha scoperto l’esistenza di un’associazione a delinquere finalizzata alla frode sportiva, promossa e diretta dall’arbitro arrestato. Che era stato sospeso dalla giustizia sportiva, che aveva accertato le prime irregolarità. Ma il direttore di gara ha individuato altri colleghi arbitri, avvicinati e corrotti con somme di denaro che potevano arrivare anche a 10mila euro a partita, affinché questi fischiassero in modo di far convergere il risultato verso l’esito delle scommesse effettuate dai membri dell’associazione.

Il sistema, l’over e i rigori

Il sistema prevedeva la partecipazione di ulteriori indagati che si occupavano di cercare i contatti con i direttori di gara designati per le partite, oltre a scommettere su quelle partite.

L’arbitro faceva in modo che le partite terminassero con un numero di gol tale da poter garantire il verificarsi l’”over”, cioè più di 2 gol e mezzo per ogni match. Il direttore di gara riusciva ad ottenere questo risultato concedendo un numero importante di rigori, molto spesso inesistenti. Altre volte invece favoriva una delle due squadre, normalmente quella le cui quotazioni permettevano introiti più elevati, espellendo giocatori degli avversari senza una reale motivazione.

Provider esteri

A finanziare l’associazione, per corrompere altri direttori di gara, due imprenditori toscani (padre e figlio), titolati di un’agenzia di scommesse di Sesto Fiorentino (Firenze), anche loro arrestati. Gli accertamenti bancari e sui conti gioco utilizzati dall’associazione hanno consentito di censire l’utilizzo di provider di scommesse esteri e non autorizzati a operare nell’ambito dell’Unione Europea.


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