Lazio

approvata la legge urbanistica tra polemiche, emendamenti e colpi di scena

Un voto alle 5 del mattino. No, non è il titolo di un thriller politico, ma quanto accaduto davvero all’alba di oggi nel Consiglio regionale del Lazio, dove è stata approvata la nuova legge “Semplificazioni e misure incentivanti il governo del territorio”. Una norma che cambia (molto) nel settore urbanistico, ma che ha soprattutto incendiato il dibattito per un tema simbolico e delicato: il destino dei cinema dismessi.

Una seduta fiume, oltre 2.000 emendamenti e una tensione altissima tra maggioranza e opposizione. Alla fine, il provvedimento è passato con 26 voti a favore e 8 contrari, ma solo dopo una nottata di fuoco, durante la quale l’Aula si è trasformata in un’arena.

La battaglia sui cinema: niente bingo, resta la cultura

All’origine dello scontro, c’era una proposta che aveva mandato su tutte le furie opposizioni, associazioni e uffici regionali: trasformare i cinema chiusi da oltre 10 anni in centri commerciali, supermercati o addirittura sale bingo.

Una mossa giudicata da molti come un attacco alla cultura, una resa al consumo. Dopo giorni di proteste e nottate di emendamenti, il famigerato articolo 5 è stato riscritto con un maxi subemendamento della stessa maggioranza. Addio supermercati e slot machine: ora, si potrà destinare fino al 30% della superficie dei cinema attivi ad attività commerciali, o fino al 50% in caso di teatri e multisale, ma solo se integrati con attività culturali.Una svolta che ha fatto tirare un sospiro di sollievo, ma che lascia ancora spazio al dibattito.

Ristrutturare sì, ma senza consumare nuovo suolo

Ma la legge non si ferma ai cinema. L’obiettivo dichiarato è snellire la burocrazia e favorire il recupero urbano. Come?

Rendendo più semplici le ristrutturazioni e le demolizioni con ricostruzione;

Consentendo il recupero di sottotetti, seminterrati e spazi a livello terra per nuovi usi abitativi o commerciali;

Incentivando la rifunzionalizzazione degli immobili dismessi da almeno 3 anni, combinando interventi edilizi e nuovi utilizzi.

In poche parole: meno vincoli, più riuso. Con il messaggio chiaro che l’urbanistica del futuro non può più permettersi sprechi di spazio e suolo.

Edilizia sociale: cambiano i canoni calmierati (dopo 14 anni)

C’è spazio anche per l’housing sociale: la nuova legge aggiorna i criteri per i canoni calmierati, che non venivano rivisti da ben 14 anni. Una mossa che punta a rendere più equi e attuali gli affitti nel settore dell’edilizia residenziale pubblica.

Più potere ai Comuni, più valore agli immobili pubblici

Infine, la norma rafforza le competenze dei Comuni per valorizzare il patrimonio immobiliare pubblico: sarà più facile cambiare le destinazioni d’uso e aumentare le volumetrie, anche in ottica di recupero e rilancio.

Una legge, tante facce. E un finale ancora aperto

Se per la maggioranza questa è una legge “coraggiosa” e “necessaria” per sbloccare interventi bloccati da anni, per le opposizioni si tratta invece di un pericoloso precedente, che potrebbe aprire le porte a speculazioni e consumo di territorio mascherato da riqualificazione.

In attesa della pubblicazione sul Bollettino Ufficiale della Regione, prevista per la prossima settimana, resta il segno politico: una legge che promette semplificazione, ma che arriva dopo una delle notti più infuocate della storia recente del Consiglio regionale.

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