Apple Watch: così, in 10 anni, ha salvato la vita a non poche persone
Dal 2015 al 2024, l’Apple Watch ha venduto oltre 230 milioni di unità nel mondo, conquistando quasi il 30% del mercato globale degli indossabili (Counterpoint Research). Ma il suo vero successo non si misura solo in numeri. Nei suoi dieci anni di vita il dispositivo di Apple ha rivoluzionato il concetto di orologio intelligente, portando al polso degli utenti un centro di controllo per fitness, benessere e – sempre di più – emergenze mediche.
Cinque le tappe fondamentali che hanno segnato la sua trasformazione: i primi anni dedicati al tracciamento dell’attività fisica; l’introduzione dell’ECG e delle notifiche per ritmo cardiaco irregolare; le funzioni di sicurezza come il rilevamento cadute e il SOS emergenze; i sensori per ossigeno nel sangue, temperatura e apnea del sonno e infine, il potenziamento dell’intelligenza del dispositivo, con Siri on-device e Smart Stack.
Il 24 aprile 2025 si celebra il Global Close Your Rings Day, un’iniziativa che invita tutti i possessori di Apple Watch a completare i propri obiettivi di attività per ottenere un premio digitale in edizione limitata insieme a 10 sticker animati e un badge animato per l’app Messaggi. Per l’occasione, Apple distribuirà anche una spilla fisica ispirata al premio, disponibile in tutti gli Apple Store del mondo fino a esaurimento scorte.
Apple Watch ti salva la vita: non è uno slogan, ma una realtà
«Ogni giorno riceviamo lettere da utenti che ci raccontano come Apple Watch ha cambiato – o salvato – le loro vite». Questa è una frase ricorrente nei keynote Apple, spesso accompagnata da video toccanti basati su storie vere. Ma non è marketing: le testimonianze reali si moltiplicano, sia all’estero che in Italia, e raccontano un nuovo capitolo dell’evoluzione degli indossabili: quello medico-sanitario.
In Australia, ad esempio, Rick Shearman stava per annegare a Byron Bay quando ha attivato la funzione SOS Emergenze del suo Apple Watch. Rimasto in contatto con i soccorritori via orologio per quasi un’ora, è stato infine recuperato da un elicottero (fonte).
In Nuova Zelanda, la psichiatra Amanda Faulkner ha scoperto di avere una rara leucemia del sangue proprio grazie agli avvisi ripetuti del suo Apple Watch Series 10, che segnalava una frequenza cardiaca a riposo insolitamente alta. All’inizio ignorati, i dati l’hanno infine convinta a farsi controllare: è stata ricoverata d’urgenza e la diagnosi precoce le ha salvato la vita (fonte).
Non meno significativo il caso del dottor Rashid Riaz, che ha salvato una passeggera in aereo usando l’Apple Watch di un assistente di volo per rilevare l’ossigeno nel sangue della paziente, capendo così che aveva bisogno di ossigeno immediato (fonte).
Anche in Italia, l’orologio diventa soccorritore silenzioso
Anche nel nostro Paese le storie si moltiplicano. Sul Monte Grappa, un motociclista ha perso conoscenza dopo un incidente in moto. Il suo Apple Watch ha rilevato la caduta e lanciato automaticamente l’allarme, contattando i numeri d’emergenza e inviando la posizione ai soccorsi. Grazie a questa funzione, l’uomo è stato raggiunto in tempo e portato all’ospedale (fonte).
In altri casi, il merito è della notifica sul cuore. La nonna Licia, 93 anni, è stata salvata due volte grazie all’Apple Watch: nel primo caso fu ricoverata per una fibrillazione atriale, nel secondo una tachicardia potenzialmente fatale è stata rilevata in tempo utile. Ne ha parlato il medico Nicola Triglione in un post virale, sottolineando l’importanza dei wearable in medicina preventiva.
Anche Francesco Baistrocchi e lo psichiatra Valerio Rosso hanno raccontato pubblicamente esperienze simili: il primo grazie a un avviso per battito irregolare, il secondo per l’allerta di una condizione anomala asintomatica.
La scienza conferma: gli smartwatch possono fare la differenza
Non è solo aneddotica. Una pubblicazione scientifica dell’autunno 2024, firmata da ricercatori del Cardiologico Monzino e dell’Università degli Studi di Milano, ha documentato un caso clinico in cui l’Apple Watch ha contribuito a identificare una tachicardia ventricolare potenzialmente letale. Il paper, pubblicato su Connected Health, conclude che “l’integrazione delle tecnologie indossabili nell’assistenza clinica potrebbe migliorare il rilevamento delle aritmie, ridurre gli shock non necessari e migliorare i risultati dei pazienti” (qui lo studio completo).
A dieci anni dal debutto, l’Apple Watch non è più un accessorio hi-tech. È uno strumento di sorveglianza sanitaria personale, capace di prevenire, allertare, guidare i soccorsi e persino diagnosticare. In un’epoca in cui la medicina preventiva diventa sempre più centrale, l’Apple Watch si è guadagnato un posto d’onore non solo nelle vetrine, ma nelle storie di chi, oggi, è ancora vivo grazie a una vibrazione al polso.
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