Società

Antonella Massari: «Il nostro appello per l’educazione finanziaria a scuola: mettiamo a disposizione corsi per gli insegnanti. Ci preoccupano le mancate risposte dei licei»

I tanti no certamente si spiegano anche con il sovraccarico di impegni degli insegnanti, oltre alle loro ore di docenza, e in alcuni casi è stato proposto ad AIPB di fare direttamente le lezioni ai ragazzi, “ma non è il nostro target” continua Massari. «Abbiamo anche pensato di trovare angolazioni diverse, partendo dalla storia del risparmio e della finanza, dal ruolo che ha avuto l’Italia nello sviluppo del sistema bancario per poi arrivare poi alle nozioni che servono, ma al momento non abbiamo avuto l’attenzione che speravamo».

L’educazione finanziaria dovrebbe iniziare a scuola, mentre oggi è una materia che viene affrontata per lo più in età adulta. «La nostra associazione rappresenta il private banking e spesso sono i nostri consulenti che, nello svolgere il loro lavoro con i clienti investitori, diffondono costantemente cultura finanziaria: il consulente infatti è chiamato a spiegare i prodotti e i perché dei suoi consigli di investimento, ma se potesse dialogare e approcciare una clientela che ha già sviluppato maggiori competenze, il lavoro sarebbe più semplice e produttivo. Anche clienti del Private Banking oggi ammettono con soddisfazione che la loro competenza finanziaria è cresciuta grazie al dialogo con il consulente, ma occorre lavorare anche a monte. Agire prima».

La speranza vostra dunque è che la consapevolezza aumenti e l’iniziativa si allarghi? «La mia speranza è di vedere, prima di tutto, come funzionerà quest’anno con i primi tre istituti e le relative classi di 30 insegnanti ciascuno. Il mio sogno però è di arrivare al liceo, perché c’è un gap da colmare» insiste il segretario generale.

Ma quali sono le nozioni di base che dovremmo avere tutti? «Le nozioni di base sono cos’è un’azione, cos’è un’obbligazione, cos’è un conto corrente, cos’è un tasso di interesse, qual è l’effetto dell’inflazione sugli interessi, cos’è un mutuo. Come si guarda l’equilibrio tra le entrate e le uscite, cosa vuol dire un investimento di breve o di lungo periodo e perché devo guardare a lungo periodo. Ci sono poi altri concetti meno basilari ma sempre più indispensabili che rispondono a domande del tipo: quando andrò in pensione o quanto sarà la mia retribuzione? Sappiamo che i giovani che andranno in pensione, se ci vanno a 70 anni, avranno il 45% dell’ultimo stipendio e dovranno quindi pensare a sottoscrivere una pensione integrativa o a un’assicurazione. E devono farlo da subito, facendo le scelte giuste sulla base delle giuste competenze». Senza, può essere un rischio.


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